Il vino italiano non conosce crisi, esportazioni in crescita

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Il vino italiano non conosce crisi, esportazioni in crescita

Il vino italiano non conosce crisi, esportazioni in crescita

08 Aprile 2016

Se c’è un settore che non consoce crisi in Italia, è il vino. Nel 2015 il business del vino ha generato una crescita del fatturato del 4,8%, dell’export del 6,5% e del mercato domestico del 3,1%, mentre l’occupazione è salita del 2,4% con un boom degli investimenti: +18%.  Il bilancio delle società del vino tracciato dal rapporto 2016 dell’Area studi di Mediobanca tiene sotto la lente almeno 136 società produttrici con un fatturato superiore a 25 milioni. 

 

Il rapporto Mediobanca sottolinea che nel 2015 la crescita del fatturato dei grandi nomi è arrivata soprattutto dall’export. E soprattutto dal traino del Prosecco (+10%) che ha venduto oltre confine il 15,2% in più. Secondo Mediobanca, tutto il settore del vino rimane un grande investitore: in crescita del 18% intorno a 290 milioni. Nella classifica delle destinazioni si consolida il Nord America ma si registra un crollo per l’Asia. Il Nord America ha raggiunto una crescita del 13,3%, con un peso del 34% sull’export totale, mentre l’Asia arretra del 10%, con una quota che vale appena il 3,9%. I dati generali indicano che l’anno scorso l’import della Cina è balzato a 1,8 miliardi.

 

Il presidente della canina Antinori ha detto: «Credo che sia solo una questione di tempo. Anche negli Usa il vino italiano stentò all’inizio, salvo poi diventare leader. In Cina accadrà lo stesso: del resto in Giappone e Corea andiamo benissimo». Il principale sbocco del vino italiano restano, comunque, i Paesi europei (51,5% del totale). Secondo il titolare della cantina Frescobaldi anche il 2016 lascia bene sperare, ma fino ad un certo punto: «È iniziato bene ma sarà difficile replicare la straordinaria performance dell’anno scorso. Anche perchè contavamo sul Brunello di Montalcino 2010. Oggi abbiamo il 2011 che però stanno iniziando ad apprezzare». Sul fronte del Prosecco si è registrato un 21% nel primo trimestre» precisa Giancarlo Moretti Polegato, presidente di Villa Sandi.

 

Peraltro Masi Agricola insieme a Italian Wine Brands sono le le prime società del settore quotate in Italia. Investire nel vino in Borsa sembra un ottimo affare: da gennaio 2001 l’indice di Borsa mondiale del settore vinicolo è cresciuto del 449% (moltiplicando di 4,5 volte il suo valore), ben al di sopra delle Borse mondiali che hanno segnato un più modesto +86%.