Il voto ha dato slancio ai partitini ma al paese serve il bipartitismo

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Il voto ha dato slancio ai partitini ma al paese serve il bipartitismo

Caro Paolo,

avevi ragione. Ecco fare capolino i primi detrattori del "bipartitismo" che vedono nei risultati delle elezioni appena conclusesi un chiaro segno dell’impossibilità a proseguire del progetto di semplificazione politica che vede il Pdl come forza cardine del centro destra e vedrebbe il Pd quella invece del centro sinistra. Il condizionale è d’obbligo. In prima linea naturalmente Beppe Grillo. "Il bipartitismo fallito", così nel blog del psico-comico genovese, viene dipinto il quadro politico italiano. "Il sogno o l’incubo, per come la vedo io e penso, di molti di voi, del bipartitismo è fallito, l’idea che l’Italia possa essere ridotta a 2 partitoni, contenitori di tutto il contrario di tutto, senza più un programma, senza più un’idea comune che era poi il sogno di Berlusconi e Veltroni quando si stavano mettendo d’accordo nell’autunno – inverno 2007, per spartirsi l’Italia e cacciare fuori tutto quello che non rientrava nei due contenitori…..è fallito, è naufragato, Veltroni è già a casa da tempo, Berlusconi ha iniziato la sua terza fase discendente…".

Beh, a me questa più di una diagnosi sembra un chiaro caso di eutanasia. Per il Pd tanto e quanto, da solo raccoglie la metà dell’altro cielo e cozza con forze come Idv e sinistra estrema che più che assimilabili mi sembrano complementari. Ma per il Pdl veramente mi sembrano inappropriate queste parole. Va "bene" l’odio personale verso Berlusconi, ma i dati sono quelli che sono. Il 45% del paese vota per due partiti quali Pdl e Lega. Due partiti che nati e cresciuti insieme, condividono a dir poco il 90% del loro programma, per me rafforzano l’entità di un partito leader di centro destra. Più che separati a me sembrano facce della stessa medaglia. Il Pdl, quello che oramai in passato era definito il  "partito di plastica", nazionale, la Lega, il partito territoriale "democraticizzato", che portano al parlamento le stesse idee. Non appena ci si allontana dal Nord il Pdl si avvicina al 40%. Non male per un partito neonato in un paese che ha visto raggiungere le vette più alte di una uniformità politica solamente nel dopo guerra con la Dc. Lì si raggiunse il 48% ma erano altri tempi.

Questo non significa però che i tempi non sono maturi per far fare un salto di qualità alla nostra democrazia. Non tanto escludendo le ali estreme dal parlamento, ci  mancherebbe. Non credo fosse questo lo scopo della costituzione di questi due partiti. La presenza di due movimenti forti di riferimento da una parte e dall’altra non possono che giovare al dialogo e all’interesse, se non di tutti, di molti. Con tutte le numerose frammentazioni, col veto che si poteva porre ogniqualvolta si voleva da parte dei "partitini", a prevalere erano gli interessi dei pochi che con la minaccia dei  rappresentanti fungevano da ago. A me sembrava quella una oligarchia, non questa. A meno che il volere di quei pochi valesse più di quello dei tanti che votano Pdl e dei un "po’ meno tanti" che votano Pd. Lo scopo a mio parere non è il livellamento ideologico, ma un po’ di razionalità nella macchina legislativa. E non vedo perché questo tentativo debba essere ostacolato così. Nessuno vieta agli altri partiti di costituirsi o difendere la proprio "verginità". E se prendono molti voti come l’Idv ben venga, vuol dire che non tutti i cuori battono all’unisono. Se qualcuno preferisce però farli battere in risonanza per far valere di più le sue idee senza abiurare di fronte al suo passato che male c’è?