
Ilva, Garante chiede commissariamento. Sì di Vendola, no di Sacconi

30 Maggio 2013
La questione Ilva per adesso resta irrisolta. Il ministro dell’ambiente, Orlando, prende tempo, dopo aver incontrato le parti sociali. Secondo il sottosegretario alla presidenza dei ministri, Patroni Griffi, è comunque "emersa una unità di intenti per assicurare risanamento ambientale e continuità produttiva", senza però riuscire a trovare una soluzione. La prossima settimana il premier Letta parlerà del caso Ilva alle Camere e il 5 giugno dovrebbe essere convocata l’assemblea dei soci, unico organo rimasto in piedi dopo le dimissioni del Cda e di un gruppo di tecnici e dirigenti dell’azienda.
Sempre secondo Patroni Griffi, la decisione sarà presa ”nel rispetto delle decisioni della magistratura”, conciliando la legge "Salva Ilva" con le necessità di risanamento ambientale che la proprietà avrebbe disatteso. Sullo sfondo resta però l’ipotesi del commissariamento, che, secondo il ministro Orlando, "non è ancora ben definita". La richiesta del commissariamento di Ilva è arrivata dal garante Vitaliano Esposito che ne parla in una lettera inviata al Governo. Il commissariamento per molti è l’unica soluzione dopo la decisione presa dal Gip di Taranto, Todisco, di sequestrare i beni dei Riva per 8 mld, mettendo a rischio la tenuta economica del più grande polo siderurgico europeo.
Il governo potrebbe quindi nominare un commissario per il risanamento, avocando la direzione dell’azienda e andando nella direzione di quella "nazionalizzazione" dell’Ilva che non dispiace a certi settori del mondo politico ed economico italiano orfani delle partecipazioni pubbliche. Ipotesi che fa tremare i polsi all’imprenditoriale italiana e giustamente Confindustria si è opposta a questa soluzione. A favore del commissariamento è invece il presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, ”la proprietà non è stata un interlocutore affidabile”, dice il leader di SeL, ”è difficile immaginare che chi ha operato per conto della famiglia possa operare per conto dello stato nel commissariamento”.
Secondo il Presidente della Commissione Lavoro del Senato, Maurizio Sacconi "il commissariamento delle società del gruppo Ilva in conseguenza di meri provvedimenti cautelari della procura costituirebbe un terribile precedente. Non a caso i settori politici e sindacali antagonisti parlano esplicitamente di nazionalizzazione. Dopo il sequestro dei prodotti in quanto ‘corpo di reato’, il blocco dei beni mobili ed immobili rischia di determinare peraltro un danno certo all’azienda e ai molti interessi incolpevoli che ad essa si collegano – l’insolvenza – a fronte di un esito incerto delle indagini".
"Lo stesso commissariamento limitato al solo risanamento dovrebbe essere concertato con la società con lo scopo di dare certezza agli atti coerenti con l’AIA a meno di gravi violazioni del percorso in essa disegnato, accertate dal Ministero in scienza e coscienza", aggiunge Sacconi. "Solo nella continuità operativa, come più volte affermato dal ministro Clini, saranno praticabili e finanziabili le attività di risanamento".