Immigrati. Censis: meno assunzioni e rimesse a causa della crisi

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Immigrati. Censis: meno assunzioni e rimesse a causa della crisi

22 Settembre 2009

Meno assunzioni, meno "rimesse" di denaro verso i Paesi di provenienza, più sfratti e meno acquisti di immobili: la crisi economica fa sentire i propri effetti negativi anche sulle condizioni di vita e di lavoro degli immigrati che vivono in Italia. È quanto emerge dall’ultimo rapporto "International Migration Outlook" che ogni anno il Censis realizza per l’Ocse.

I dati, illustrati nella sede del Cnel da Carla Collicelli vicedirettore del Censis, fanno registrare che per quanto riguarda l’offerta di lavoro le imprese del nostro Paese hanno rivisto al ribasso le previsioni di assunzione di personale immigrato: saranno 92.500 i nuovi assunti nel 2009 contro i 171.900 previsti per il 2008. Il rapporto registra anche un aumento degli sfratti per morosità a causa dell’aumento del canone o della perdita del lavoro. Allo stesso tempo, tra il 2007 e il 2008 gli acquisti di immobili da parte degli immgriati sono diminuiti del 23,7%.

Per effetto della crisi diminuiscono anche le "rimesse" nel paese d’origine, con un calo del 10% della cifra pro-capite inviata mensilmente dagli immigrati (155 euro nel 2008 a fronte dei 171 del 2007). In aumento gli episodi di discriminazione, il 22,1% dei quali subiti in ambito lavorativo. Il fenomeno migratorio nel suo complesso fa registrare una continua crescita con un aumento tra il 2007 e il 2008 del 16,8% degli immigrati regolarmente residenti in Italia, per un totale di 3.432.651 presenze.

Nel 1978 le presenze stimate erano cira 400mila e negli ultimi 10 anni il numero complessivo degli immigrati regolari è cresciuto del 246,1%. Per quanto riguarda le singole province, l’incidenza degli immigrati sulla popolazione è di 98,1 stranieri per mille abitanti a Prato. A seguire Brescia (77,4), Pordenone (72,6) e Reggio Emilia (70,3). L’incidenza minore degli immigrati sulla popolazione si registra ad Oristano (6 stranieri per mille abitanti), Taranto (5,6) ed Enna (5,5).

Le donne immigrate rappresentano il 50,4% del totale dei residenti stranieri. L’85,3% è impiegato nel settore dei servizi (il 13,3% nell’industria e l’1,4% nell’agricoltura). È del 71,6 la percentuale di colf e badanti di origine straniera. In tutto sono in Italia circa 1.063.000. Di queste, il 13,6% ha più di 50 anni e il 29,1% dai 41 ai 50 anni. Le donne non sono impiegati solo nei lavori di cura e di assistenza: sono quasi 67mila le immigrate titolari di impresa, vale a dire più di un quinto degli imprenditori stranieri.