
Immigrazione, adesso scoprono che è un problema globale

17 Agosto 2015
L’immigrazione è una questione che preoccupa e fa discutere sempre di più gli italiani. Ma finalmente arriva qualche segnale dalla comunità internazionale, si comprende cioè che non può essere solo il nostro Governo a fronteggiare un fenomeno epocale dilagante, dalle isole greche ai nuovi muri in Ungheria, da Ventimiglia frontiera tra Francia e Italia fino a Calais al confine tra Londra e Parigi, dove i migranti si accalcano e muoiono cercando di attraversare l’eurotunnel.
Non si tratta più di un normale flusso migratorio ma siamo davanti a una vicenda sempre più aggravata dal proliferare dei teatri di guerra in Nord Africa e Medio Oriente. Ed è evidente che se anche l’Italia chiudesse le frontiere si aprirebbero nuove rotte per il traffico di carne umana, avviene già da tempo via Balcani. Come pure deve far riflettere il fatto che nonostante le tante, troppe morti in mare altrettanti continuano a tentare la sorte nel Mediterraneo.
Il nostro Paese può fare da tampone, possiamo decidere se accogliere e salvare vite umane o non farlo, ma l’immigrazione incontrollata e gli scenari di crisi non possono essere risolti solo a livello italiano, alla radice del problema restano i gravi errori commessi dalla comunità internazionale ai quali bisogna porre riparo, e la molta, troppa indifferenza da parte dei nostri partner europei e atlantici.
Dicevamo che forse qualcosa sta cambiando. Domenica scorsa, la cancelliera Merkel ha detto che l’immigrazione rischia di essere un problema maggiore della crisi greca. Germania, Francia e Stati Uniti, sembrano persuase che bisogna scommettere sull’ipotesi di un governo libico di unità nazionale, perché o la crisi in Nord Africa la risolviamo adesso oppure quello che ci troveremo davanti in futuro sarà solo terrorismo.
La tanto bistrattata geopolitica dimostra, tra l’altro, perché l’incursione di Monsignor Galantino è stata ingenerosa verso il Governo italiano, che durante questa legislatura è intervenuto pesantemente per controllare la questione migratoria. Incursione ingenerosa e poco lungimirante, visto il quadro complessivo che andiamo descrivendo.
Galantino ha successivamente corretto il tiro, almeno in parte, ma soprattutto a correggerlo ieri è arrivato il Cardinale Bagnasco, che giustamente – dopo aver detto che le morti nel Mediterraneo "non fanno onore alla nostra civiltà, in modo particolare a quella occidentale" – ha rivolto i suoi strali verso gli organismi internazionali, "come l’Onu che raccoglie il potere politico, ma sicuramente anche il potere finanziario, e che non ha mai affrontato in modo serio e deciso questa tragedia umana".
Solo le grandi potenze hanno infatti risorse economiche sufficienti per dare delle risposte concrete a un fenomeno di queste dimensioni. Quelle stesse potenze che oggi si stracciano le vesti spaventate dalla deriva islamista, che vogliono impegnarsi sul fronte umanitario, ma che all’epoca della Guerra contro Gheddafi seguirono precisi interessi politico-finanziari nel rovesciare la Jamaria, senza un briciolo di alternativa utile per il regime change e il nation building libico.