Immigrazione, Alfano alla Lega: “Non siamo Repubblica delle banane”
16 Aprile 2014
di redazione
Immigrazione. Alla indegna canea scatenata dalla Lega Nord alla Camera, con gli offensivi cartelli esposti contro il ministro dell’interno Alfano e il ripetuto abuso strumentale del tema per fini elettorali, si può rispondere solo così: "Noi non barattiamo i morti per un uno per cento alle elezioni", ha detto Alfano. "Questa è la differenza tra il grande Paese occidentale che siamo e una repubblica delle banane". Ma evidentemente le camicie verdi della sedicente repubblica padana hanno delle difficoltà a capire cosa sia un Paese occidentale. Preferiscono urlare contro i banchi del governo che il reato di clandestinità è stato eliminato (bugia, è un reato amministrativo e vale solo per il primo ingresso) ma soprattutto chiudono tutti e due gli occhi sui flussi dell’immigrazione: in aumento, "stiamo arrivando ai livelli del 2011, anno di picco del flusso di migranti", ha spiegato il ministro. Il 2011 è stato anche l’anno in cui venne introdotto il reato di clandestinità. Un deterrente che, insomma, non è servito abbastanza. L’alternativa? Rafforzare il sistema delle espulsioni, rendere certi e rapidi i tempi della procedura di rimpatrio, e altre idee su cui anche noi stiamo lavorando. Perché preferiamo cercare delle soluzioni invece di gridare slogan inutili.