Immigrazione, che fine hanno fatto le virtù cardinali?

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Immigrazione, che fine hanno fatto le virtù cardinali?

26 Agosto 2018

C’erano una volta le quattro virtù Cardinali: Giustizia, Fortezza, Prudenza e Temperanza. Virtù che venivano insegnate a “dottrina” assieme alle Teologali (Fede, Speranza e Carità) come capisaldi e maestre di vita per i cattolici. Non mi sembra di aver trovato traccia di queste virtù civili negli ultimi anni nelle posizioni sbilanciate e militanti di Avvenire, organo della CEI, e Famiglia Cristiana, per quanto riguarda il fenomeno dei migranti nel nostro paese e le conseguenze politiche, economiche, sociali e di costume che ne possono derivare.

Più volte abbiamo avvertito in passato del pericolo di alimentare sentimenti di razzismo e xenofobia particolarmente in quei ceti popolari che alla Chiesa dovrebbero stare particolarmente a cuore, quando ai proclami non seguono azioni amministrative e provvedimenti legislativi per far fronte alle emergenze. Come per esempio la regolarizzazione nel 2002 di ben 700000 colf, badanti e lavoratori extracomunitari, che come Ministro concordai con Umberto Bossi, eliminando una sacca inacettabile di lavoro nero, favorendo ingenti entrate previdenziali per lo Stato e responsabilizzando i datori di lavoro perché si mettessero in regola. Negli ultimi anni purtroppo la sinistra ed una parte del mondo cattolico hanno scelto la strada della demagogia più sfrenata perdendo il contatto con la realtà: basta pensare che soltanto due anni fa il governo Renzi spese 20 milioni di euro per recuperare i poveri resti umani in un barcone naufragato spiegando al mondo che ci saremmo fatti carico dell’ identificazione di tutti coloro che perdevano la vita in mare (operazione conclusasi con zero identificazioni e i corpi seppelliti anonimi alla spicciolata in cimiteri siciliani e calabresi).

Detto questo non mi sembra ci sia traccia di virtù teologali neppure nella gestione del fenomeno immigrazione da parte del governo giallo-verde. Chiudere i porti può essere una soluzione giusta ma suscitano disagio e persino a volte ripugnanza tempi e modi con i quali questa emergenza viene affrontata, aprendo o addirittura cercando scontri contemporaneamente con l’Europa, la Magistratura, il mondo del volontariato, anche quello vero, in una babele di competenze (o incompetenze ministeriali) che nell’ultimo caso, quello di Nave Diciotti, riguardano anche minori, donne violentate e persone bisognose di cure adeguate, provocando persino le dimissioni del Presidente dell’AIFA.

In uno scontro che ricorda sempre di più la stagione degli “opposti estremismi” sarebbe davvero necessario riscoprire le virtù cardine dell’azione dei cattolici in politica, avendo ben presente che compito dei governanti è prima di tutto quello non di denuciare ma di risolvere i problemi.