Immigrazione. Fini: “Immorale respingere senza controlli”

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Immigrazione. Fini: “Immorale respingere senza controlli”

30 Giugno 2009

È durato quasi un’ora e un quarto – ben più della mezz’ora inizialmente prevista – l’incontro tra il presidente della Camera Gianfranco Fini ed il premier spagnolo Jose Luis Rodriguez Zapatero. Il faccia a faccia al palazzo della Moncloa, svoltosi in un clima di grande cordialità, chiude la visita ufficiale di due giorni di Fini a Madrid.

"È assolutamente indispensabile distinguere chi chiede asilo politico. I rifugiati non possono essere automaticamente equiparati al clandestino. La equiparazione automatica farebbe venir meno la dignità della persona umana". Lo afferma il presidente della Camera Gianfranco Fini in un forum al quotidiano spagnolo El Mundo. Per Fini, "un rigoroso controllo nazionale deve esserci per la sussistenza dei requisiti per chiedere asilo. Tuttavia sarebbe immorale dire subito ‘sei clandestino, ti rimando al tuo Paese’. Sarebbe in alcuni casi come condannare quella persona a morte". Il presidente della Camera osserva inoltre che anche i clandestini "vale il principio base della nostra cultura occidentale: sono prima uomini e poi immigrati". Parlando di immigrazione, il presidente della Camera spiega: "In Italia nelle nostre case è impensabile trovare una italiana che assista gli anziani o che lavori come cameriera. Questo fatto oggettivo rende indispensabile una politica di immigrazione che si basi si due pilastri: aiutare i Paesi di partenza a progredire da una parte, e dall’altra cercare di assorbire con parità di diritti e doveri tutti quegli stranieri disponibili o costretti a lasciare le proprie patrie e di cui abbiamo drammaticamente bisogno. È anche nel nostro interesse".

Fini poi sottolinea: "È necessario distinguere tra l’immigrazione regolare e quella clandestina; tuttavia, anche per gli irregolari vale il principio base della nostra cultura occidentale. Sono prima uomini e poi immigrati". A tal proposito cita la norma sui pronto soccorso nel ddl sicurezza. "Non è accettabile – puntualizza – che venga messa in secondo piano la dignità della persona rispetto alla condizione di legalità o meno del proprio status. Investire oggi sulle politiche per l’immigrazione significa avere un vantaggio domani rispetto a quella che si annuncia come una invasione biblica".