Immigrazione. Libia: “Italia paese importante, dall’Ue solo parole”

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Immigrazione. Libia: “Italia paese importante, dall’Ue solo parole”

20 Maggio 2009

"L’Italia è un Paese importante per noi, con il quale abbiamo una buona cooperazione e, al contrario dell’Unione europea che parla e basta, con gli italiani stiamo ottenendo risultati". E’ quanto ha affermato Younis Al-Obeidi, segretario generale per la Sicurezza pubblica della Libia, che ieri a Tripoli ha incontrato il ministro dell’Interno, Roberto Maroni. Negli ultimi dieci giorni, ha spiegato il generale al-Obeidi, "si sono interrotte le partenze di migranti, ad eccezione di una ieri da Tunisi, a dimostrazione che la politica dei respingimenti sta funzionando".

Al-Obeidi ha poi tenuto a precisare che "i centri per gli immigrati in Libia non sono peggiori di quelli italiani". Alle accuse di chi afferma che in Libia il trattamento degli immigrati nei centri di detenzione sia inumano, il generale risponde ricordando "la visita di Human Rights Watch, avvenuta nelle scorse settimane, nei centri di detenzione e la presenza, in questi giorni in Libia, di una delegazione di Amnesty International, che proprio oggi starebbe visitando alcuni di questi luoghi di detenzione dove gli stessi operatori umanitari hanno potuto constatare che le condizioni non sono peggiori di quelle dei centri di detenzione italiani".

Anche le agenzie dell’Onu sembrano condividere l’urgenza e la necessità di un maggiore ruolo delle istituzioni internazionali. L’Alto commissariato dell’Onu per i rifugati (Unhcr) ha scritto al vice presidente della Commissione europea Jacques Barrot auspicando un incontro tra Italia, Malta, Libia, Unhcr e altri partner interessati per lavorare a una strategia comune mirata a una risposta più soddisfacente all’immigrazione clandestina nel Mediterraneo, dopo i recenti respingimenti dell’Italia in Libia.

Questa mattina il ministro degli Esteri Frattini, rispondendo a una domanda dei cronisti sulle recenti polemiche con l’Onu in materia di immigrazione a margine della giornata europea del mare, ha tenuto a chiarire che "c’è una linea condivisa con il governo di pieno rispetto per le organizzazioni internazionali e le regole sui rifugiati e le richieste d’asilo". "Credo – ha poi aggiunto – che con il pieno rispetto di queste regole si possa garantire a chiunque di presentare la domanda di asilo, facendosi anche identificare, il che non sempre accade, direttamente nei paesi di transito verso l’Italia".

E’ stato anche confermato l’arrivo in Libia delle tre motovedette della Guardia di Finanza che l’Italia ha donato a Tripoli per il contrasto dell’immigrazione clandestina. Le imbarcazioni, secondo quanto si apprende, sono approdate al porto di Zuwarah, nei pressi di Tripoli, che sarà il punto da cui partiranno i pattugliamenti delle coste libiche e che in passato è stato il porto da cui sono partite centinaia di carrette del mare verso l’Italia. Le tre motovedette, a cui se ne aggiungeranno altre tre, saranno operative tra pochi giorni, quando gli osservatori italiani e le autorità libiche avranno pianificato l’attività da svolgere.

Nel frattempo, secondo quanto si è appreso, sono ripresi nel sud-ovest della Sardegna gli sbarchi di immigrati clandestini che da tempo non giungevano sull’isola. Poco dopo mezzanotte 16 tunisini sono stati bloccati sulle spiagge fra Sant’Andrea Frius e Porto Pino. I nordafricani sono riusciti a raggiungere la terraferma, ma sono stati notati da alcuni abitanti che hanno allertato i carabinieri della Compagnia di Carbonia. I militari sono riusciti in alcune ore a rintracciarli e a portarli nel centro di accoglienza di Elmas. I clandestini, tutti giovani uomini, stanno bene e la loro posizione verrà ora verificata dalle autorità competenti.