Immigrazione: Renzi fa l’eroe e l’Europa lo sfotte
29 Maggio 2016
di Daniela Coli
La foto del barcone capovolto a Lampedusa il 25 maggio pubblicata da tutti i media potrebbe perfino far vincere Brexit, finora perdente nei sondaggi. L’incubo storico britannico è l’invasione: all’inizio dell’anno, l’euroscettico Cameron, ora leader di “Remain”, ha tuonato contro la “feccia” della Calais Jungle all’assalto del welfare britannico e contro gli arrivi in massa dalla Libia in Sicilia.
Nicholas Farrell, sullo Spectator del 20 giugno 2015, si chiedeva se mai un governo britannico avrebbe mobilitato la Royal Navy e altre marine per portare in Gran Bretagna masse di extraeuropei. Il timore di un’immigrazione incontrollata che dal Mediterraneo arrivi in Gran Bretagna è uno dei principali cavalli di battaglia di Brexit.
Se Boris Johnson, il leader di “Leave”, ha rivolto una battutaccia a Obama (il presidente americano era in visita a Londra anche per scoraggiare Brexit), David Cameron al G7 di Ise-Shina si è detto deluso dalle ultime notizie sull’immigrazione e, diversamente da Obama, per cui Trump rappresenta un incubo, ha dichiarato di non volere interferire nelle elezioni americane.
Cameron ha aggiunto che incontrerà Trump, se il Don prima delle elezioni di novembre andrà a Londra, come previsto. Soprattutto, Cameron ha spiegato che la relazione tra Stati Uniti e Gran Bretagna rimarrà speciale anche con Trump presidente.
I media tedeschi si chiedono stupiti perché la Marina militare italiana rilasci video dei salvataggi e perché i giornali italiani pubblichino la foto di una barca che si rovescia mentre le persone a bordo cadono o saltano in mare. “Warum sehen mir diesen Boot kentern?” si chiede Wenke Husmann su Die Zeit.
La risposta è che i media italiani mostrano questa foto drammatica per sostenere il governo italiano, perché temono che i paesi confinanti come Austria, Svizzera e Francia chiudano le frontiere agli arrivi in massa dei prossimi mesi.
In altri termini, i media europei avvertono l’Italia di non essere disposti ad accogliere profughi e immigrati che il governo vorrebbe inviare oltre le Alpi, perché gli stati europei hanno già da anni immigrati, la Germania è già piena di profughi siriani, i francesi hanno problemi di terrorismo, e Ventimiglia rimarrà chiusa, come il Brennero.
Nell’intervista a Le Monde, pubblicata anche dal Telegraph e dalla Stampa il 18 maggio, Sarkozy ha affermato che nei prossimi venti anni l’Africa raddoppierà la popolazione, di non stupirsi del successo di Hofer, di comprendere Orban, di ritenere responsabili del populismo le élite europee e che il referendum su Brexit è un’opportunità per rifondare l’Europa.
Insomma, vinca Brexit o “Bremain”, si pensa a un’Europa rimpicciolita, con uno Schengen diverso da quello attuale, di fatto già fallito. Al di là della retorica diplomatica, si rimprovera al governo italiano di non scoraggiare gli arrivi.
Il governo Renzi non ha mai lanciato appelli, come hanno fatto i danesi, a non partire per l’Italia, e in tutte le sedi internazionali il premier italiano critica, come papa Francesco, l’egoismo europeo e proclama che la mission italiana è salvare vite, una mission che agli europei suona come un invito a mettersi in viaggio.
Al contrario la Spagna, con una serie di misure come quelle prese nelle enclaves di Ceuta e Melilla, riesce a controllare le proprie coste.
Né va dimenticato che la flessibilità accordata all’Italia e il rinvio della verifica a ottobre, come il rinvio della ristrutturazione del debito greco voluto da Berlino, è soprattutto in funzione delle elezioni spagnole e del credito di cui gode la Spagna, che vanta una crescita importante dopo le riforme strutturali di quattro anni fa.