Impresentabili, l’Antimafia tira i dadi

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Impresentabili, l’Antimafia tira i dadi

27 Maggio 2015

L’Ufficio di presidenza della Commissione Parlamentare Antimafia pubblicherà venerdì prossimo la lista dei candidati “impresentabili” alle elezioni Regionali. In piena zona cesarini, troppo tardi per fare qualsiasi cosa e con il rischio di influenzare pesantemente l’esito del voto.

C’è una legge, la Severino, a fare da bussola, ci sono proposte di regolazione delle primarie e degli statuti dei partiti che andrebbero discusse per capire come selezionare al meglio la nostra classe politica, ma invece di prendere una direzione precisa l’antimafia accelera intervenendo con dei criteri discutibilissimi e non coerenti.

Chi sono gli impresentabili? Ci si affida alle regole dei vari partiti di appartenenza e appunto a criteri disomogenei per gettare nel calderone casi di assoluzioni in primo grado su cui la procura ha fatto ricorso, persone prescritte che invece il ricorso (comprensibilmente) non l’hanno fatto, ma soprattutto nella confusione non si scioglie il vero nodo. Che è questo: gli impresentabili li decidono i partiti rimettendosi al giudizio degli elettori oppure facciamo una legge trasparente che venga applicata in tutti i casi?

Fino adesso la Severino è stata applicata a tratti. Per Silvio Berlusconi non c’è stata neppure la possibilità di ricorrere alla Corte Costituzionale (c’era il problema della retroattività); per Giuseppe Scopelliti l’applicazione preventiva della legge ha spinto l’uomo politico calabrese alle dimissioni. E per i nomi della lista in via di pubblicazione? Per De Luca, il candidato del Pd alla presidenza della Campania, la Severino avrà un valore oppure no?

Per chi, come noi, è garantista, De Luca non è un impresentabile. Ma l’impressione è che tirando fuori dal cilindro qualche nome, venerdì prossimo, si voglia come ‘annegare’ il caso del sindaco di Salerno, confidando nell’applicazione a macchia di leopardo della Severino, in un possibile ricorso. Bisognerebbe avere quindi il coraggio di dire con chiarezza cosa ci si aspetta: saranno i tribunali a consentire a De Luca di mantenere l’incarico se il candidato dovesse diventare governatore?

Il tema della legalità è troppo importante per giocarci a dadi, soprattutto in un momento storico come questo, nel quale tanti italiani si allontanano dalla politica. La legalità e la presentabilità di un candidato non possono trasformarsi da sacrosanto elemento di trasparenza in una questione di opportunità politica, o peggio ancora in uno strumento di potere e nel prevalere del più forte in Parlamento.