In America c’è aria da Independence Day
03 Luglio 2010
Il 4 luglio 1776 i due padri fondatori Thomas Jefferson e John Adams firmavano la Dichiarazione d’Indipendenza americana, liberandosi così dal dominio britannico. Due secoli dopo, gli Stati Uniti sono diventati la prima potenza mondiale: hanno vinto due guerre, superato il terribile black friday del 1929, sconfitto la cortina di ferro e si sono rialzati a testa alta dagli attacchi dell’11 settembre. Nonostante la crisi e la disoccupazione massiccia che ha colpito il Paese (soprattutto fra i giovani), domani tutti gli abitanti dei 50 Stati americani si fermeranno per festeggiare quella che è considerata la ricorrenza nazionale per eccellenza.
Forse più atteso del giorno del Ringraziamento, sicuramente più sentito del Natale, il Quattro luglio è la festa di tutti i cittadini, indipendentemente dalle origini, dalle preferenze politiche o dalla religione. Gli americani rispolverano le vecchie tradizioni, sfoggiano la bandiera davanti la porta delle proprie villette bianche, si mettono una mano sul petto e guardano con orgoglio verso la Statua della Libertà. Con la festa dell’Indipendenza si inaugura anche la stagione dei barbecue outdoor e dei picnic in compagnia – perché si sa, è rigorosamente vietato restare da soli. E’ un momento importante per chi ama organizzare feste e party con i propri amici, di solito nei grandi parchi ma anche in terrazza o sul tetto di un appartamento. Così, sia per le vie delle città che dei piccoli centri, è possibile sentire l’odore di brace e di carne alla griglia, oltre agli allegri schiamazzi dei commensali che intonano inni del tipo “The Star Spangled Banner” o “Stars and Stripes Forever”. Barbecue e picnic fanno ormai parte della tradizione americana, tanto che persino il blog del Wall Street Journal qualche giorno fa dava indicazioni su come preparare il proprio “cestino” (basket) per l’occasione, con un particolare occhio di riguardo per il pollo fritto e la torta al cioccolato.
Domani ogni americano potrà godersi lo spettacolo dei fuochi d’artificio, magari arrampicandosi fino in cima al tetto della propria casa oppure mescolandosi alla folla festante che riempie le strade. Tutto il Paese, da una costa all’altra, sarà illuminato dagli spettacoli pirotecnici. New York, ad esempio, ospiterà i fuochi offerti da Macy’s, il più grande centro commerciale del mondo, situato in Herald Square. Chiunque voglia assistere potrà scegliere fra la FRD Drive, chiusa al traffico per l’occasione, la Roosevelt Island e, naturalmente, l’Empire State Building, il punto più suggestivo, illuminato dai colori nazionali blu, bianco e rosso. In alternativa, turisti e americani golosi potranno assistere alla famosa gara degli Hot Dog a Coney Island, nel primo negozio di junk food per eccellenza, il Nathan’s. Secondo la tradizione, questa gara si è svolta per la prima volta nel 1916 per stabilire chi fosse il più patriottico fra i quattro concorrenti: James Muller con tredici hot dog, fagocitati in dodici minuti, si aggiudicò la palma della vittoria. Da allora, in occasione di ogni Indipendence Day, tutti i partecipanti hanno dodici minuti per mangiare quanti più hot dog possibile, aggiudicarsi un premio in monete piuttosto consistente e vedere il proprio nome scritto nella Wall of Fame di Nathan’s. Ogni anno l’evento attrae numerosi turisti e americani, nonostante lo spettacolo a volte possa sembrare abbastanza disgustoso: basti pensare che il vincitore del 2009, tale Joey Chestnut è riuscito a mangiare ben 68 hot dog in soli dieci minuti.
I festeggiamenti proseguiranno anche dall’altro lato dell’Oceano. In California, Los Angeles si appresta a celebrare il Quattro luglio con tutta la vivacità e il carattere latino che la contraddistinguono. La famosissima Sunset Bouleverd ospiterà la Palisades Americanism Parade, sfilata tradizionale seguita dagli immancabili fuochi d’artificio, mentre tutta la città continuerà a festeggiare la cultura, la storia e gli abitanti dello stato californiano, in un turbinio multietnico scandito da colpi di cannone. Nel cuore del romantico sud, ad Atlanta, in Georgia, si terrà il Pyrotechnic Extravaganza, lo spettacolo più grande di tutto il sud-est del Paese, che illuminerà il bellissimo Buckhead District. Ed anche Las Vegas, la città dove è sempre festa, vizierà chiunque sia alla ricerca del massimo del divertimento: fuochi d’artificio, rinfreschi e sopra tutto musica con la partecipazione di molte star del pop internazionale e famosi dj. Chi preferirà trascorrere un weekend all’insegna della tradizione contadina potrà scegliere l’Indipendence Day and Night presso l’Old Sturbridge Village, nelle campagne del Massachesetts. Si tratta di un villaggio del 1840, dove oltre agli spettacolari fuochi d’artificio sui campi coltivati, sia turisti che americani potranno firmare una gigantesca Dichiarazione d’Indipendenza e giocare a baseball come in uso oltre due secoli fa.
Ma parlare di barbecue, picnic e spettacoli pirotecnici – seppur bellissimi – è insufficiente, oltre che fuorviante. Domani, infatti, l’America si fermerà per celebrare non soltanto il giorno dell’Indipendenza, ma anche (e sopra tutto) la propria evoluzione democratica, la piena promozione della persona umana e la realizzazione completa della dimensione della dignità individuale. Lo sviluppo del concetto illuminista di libertà ha permesso a Washington di emergere rispetto alle potenze europee e di imporsi sulla intellighenzia rossa d’Oltreoceano. Non a caso il Quattro luglio è la festa dell’uomo libero, colui che può guardare con fiducia al futuro, perché capace di costruirlo e conquistarlo. Ed è proprio in nome di questi principi che domani gli americani, ormai sazi dopo l’allegra scampagnata, si metteranno la mano sul petto e intoneranno l’inno nazionale.