In Bulgaria la protesta anti-rom infiamma la campagna presidenziale

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In Bulgaria la protesta anti-rom infiamma la campagna presidenziale

08 Ottobre 2011

L’ impunità non continuerà in Bulgaria, lo ha promesso, lunedì 26 settembre, il primo ministro Boyko Borisov, dopo un’ ondata di proteste nel paese scatenatesi a seguito dell’assassinio di un ragazzo bulgaro per mano di una persona legata a un famigerato clan mafioso bulgaro.

Nella sera dello scorso 23 settembre, infatti, un villaggio di nome Katunitsa, non lontano da Plovdiv, seconda città della Bulgaria – le cui periferie sono abitate in prevalenza da persone di etnia rom – è stato sconvolto dalla morte di un diciannovenne, Angel Petrov, investito da un furgone alla cui guida stava un affiliato del clan facente capo al boss rom, Kiril Rashkov, meglio noto come “Zar Kiro”.

La scintilla etnica

La morte di Angel Petrov ha scatenato la violenta e partecipata "rivolta" anti-rom nella cittadina di Katunitsa durante la quale la villa del boss è stata data alle fiamme. L’incidente di Katunitsa ha così offerto una scintilla al fuoco dello scontro che è presto divampato in scena di guerriglia urbana: dalla vicina Plovdiv, il giorno dopo la morte di Angel Petrov, sono giunti autobus di hooligan pronti a “fare giustizia” per “rimediare all’incapacità della polizia” e hanno dato fuoco alla ‘residenza’ estiva di Kiril Rashkov e alla casa di suo figlio in paese.

La famiglia del boss rom è stata prelevata in segreto dalla polizia. Proprio la polizia è stata accusata di non fare abbastanza. Anche il premier Boyko Borissov ha scaricato sulla polizia le responsabilità degli incidenti: il prossimo 23 ottobre ci saranno le elezioni presidenziali e amministrative, e Borissov non ha nessuna intenzione di farsi incastrare sul tema della sicurezza.

Tuttavia la tragedia della morte del giovane è diventato un pretesto per un’escalation di rabbia dovuta alle mai sopite tensioni tra bulgari e rom. Tensioni che si registrano in tutto il Paese da decenni. Ufficialmente i rom sono il 5% in Bulgaria ma si stima che siano almeno il doppio a causa delle difficoltà nel censirli. Le diverse politiche attuate non hanno prodotto risultati verso una maggiore coesione sociale.

La corruzione 

Il premier Borissov non ha nessuna intenzione di farsi incastrare sul tema della sicurezza, perciò ha scaricato sulla polizia le responsabilità degli incidenti. Ma il partito ultra-nazionalista Ataka, però lo ha incalzato seriamente. Il suo leader Volen Siderov, anche lui candidato alla presidenza, ha affermato che i boss rom sono da sempre al servizio della politica. Il caso dello zar Kiro sembra uno di questi. Ma non è solo il tema ‘rom’ a farla da padrone: le proteste hanno oramai assunto un tagli politico spiccatamente anti-governativo, in particolare su ambiti come il dilagare della corruzione.

Si tratta di proteste significative non solo per il malcontento crescente nei confronti dell’impunita della criminalità organizzata, ma anche perché esse avvengono a sole poche settimane dalle elezioni presidenziali e amministrative. Il rischio brogli e accordi sottobanco nella politica bulgara è più che un cattivo pensiero, è una realtà.

Comprare voti più che essere l’eccezione, è la regola a Sofia, tant’è che nel 2009 è stata creata una commissione ad hoc composta da magistrati e forze dell’ordine per contrastare il fenomeno. Le indagini sui brogli delle elezioni del 2009 hanno portato a 97 processi, dei quali 21 assoluzioni e 76 semplici condanne pecuniarie. “Le prossime elezioni presidenziali, grazie all’esperienza maturata nelle passate tornate elettorali, saranno per noi un test importantissimo per contrastare i crimini elettorali”, ha detto il Procuratore generale della Bulgaria Boris Velchev. “Nel 2009 ci sono state sentenze di condanna per compravendita di voti, ma non sono abbastanza”.

Le elezioni presidenziali

Le prossime elezioni saranno combattute principalmente tra la coppia Plevneliev-Popova del partito di governo GERB (Cittadini per lo sviluppo europeo della democrazia, di centro-destra) entrambi registrati alla ZIK (Commissione Elettorale Centrale). Il ministro dello sviluppo regionale e dei lavori pubblici, Rosen Plevneliev ha presentato la candidatura per la presidenza della Bulgaria, e il suo vice-presidente, sarà l’attuale ministro di Grazia e Giustizia, Margarita Popova. Dopo la registrazione, Rosen Plevneliev ha detto ai giornalisti che il governo manterrà gli impegni presi, ma con un orizzonte esteso. "Abbiamo promesso 3 e abbiamo fatto 6 autostrade", ha detto Plevneliev, il quale ha rincarato promettendo, "risultati concreti e molto lavoro sui progetti nazionali".

Il loro principali avversari sarà la coppia di candidati scelti del Partito Socialista (BSP), Ivaylo Kalfin e Stefan Danailov. Un tandem che sorprende visto che il vice candidato socialista per la presidenza è uno degli attori più amati dal pubblico bulgaro e membro storico della BSP, Stefan Danailov. Oggi è il candidato alla vicepresidenza dal presidente del partito socialista, Sergey Stanishev.

Il 23 ottobre si batteranno insieme, lui e Kalfin per l’elezione del capo di Stato. Secondo Stanishev, ex-primo ministro bulgaro e uno dei leader del BSP, Ivaylo Kalfin ha la giusta ambizione, la conoscenza e la visione per poter cambiare il paese in meglio, e Stefan Danailov sarà un feroce difensore dello spirito e della cultura bulgara e si opporrà alla manifesta volgarità.

Così come nell’economia, così è per la politica; il peggio sono i monopoli e la concentrazione del potere nelle mani di un uomo o un partito ha detto, a sua volta, il candidato indipendente alle presidenziali, Meglena Kuneva.

Chi può giovarsi dei disordini bulgari?

Il primo ottobre nel centro di Sofia, capitale della Bulgaria, ha avuto luogo un grande corteo di giovani di orientamento nazionalistico. Più di due mila persone sono passate davanti alla residenza del Presidente e dell’Assemblea Popolare, scandendo slogan anti-rom. Per garantire la sicurezza e l’ordine pubblico nelle strade della città sono stati impegnati 900 agenti di polizia.

Tuttavia i politici ed analisti bulgari indicano diversi motivi degli attuali umori anti-rom. In particolare, il Presidente del Comitato di Helsinki bulgaro Krasimir Kynev  nella sua intervista al programma televisivo “Vesti-24”  ha detto che in primo piano c’è la politica morbida e tollerante che il governo conduce nei confronti della criminalità organizzata. Ma c’è chi pensa che tutte le azioni seguite all’incidente a Katunitsa, non siano casuali. Gli attuali avvenimenti sotto forma di protesta nazionale, sono una specie di risveglio della coscienza nazionale e civica dei bulgari, deviato verso una minoranza etnica. In ciò esiste un consapevole elemento provocatorio da parte di alcune forze politiche alla vigilia delle elezioni in Bulgaria, con finalità prettamente elettoralistiche.