In Campania la più alta affluenza alle urne e l’asse Pd-Udc mette in crisi il Pdl
08 Maggio 2012
C’e’ un dato, osservando le elezioni amministrative in Campania, che più di ogni altro sorprende positivamente: l’affluenza. Alta, al di sopra delle aspettative, capace di toccare il 73%. In flessione rispetto agli anni scorsi, ma ben oltre la media generale, pari al 66,9%. I seggi elettorali relativamente affollati rappresentano, peraltro, l’unico dato certo e incontrovertibile. Stabilire, infatti, quale partito esca davvero vincitore o perdente da questo primo turno elettorale, è pressoché impossibile. In primis, a causa dei dati altalenanti e delle coalizioni trasversali, ma anche perché nessuno dei quattro capoluoghi di provincia è andato alle urne, privando la competizione di un banco di prova significativo.
Il Pdl perde due roccaforti importanti nel napoletano come Pozzuoli e Torre Del Greco, ma tiene botta in altri comuni partenopei come Sant’Antimo e Torre Annunziata. Vince con un buon margine, invece, ad Aversa e Mondragone e va al ballottaggio ad Acerra. E il Pd? I democratici, sono riusciti a strappare Torre Del Greco e Pozzuoli al Pdl, ma la vittoria è arrivata grazie ad una anomala e quanto mai particolare alleanza con l’Udc. Strategia vincente nel breve periodo, ma che sembra però avere pochi presupposti per dare dei frutti nel futuro. Poco altro per il resto, fatta eccezione per l’affermazione dei democratici in qualche piccolo comune dell’ avellinese, come Sarre.
In assenza dei grandi capoluoghi, sono state proprio Pozzuoli e Torre Del Greco a rappresentare il polo d’attrazione principale. A Torre Del Greco, il nuovo sindaco porta il marchio Udc e si chiama Gennaro Malinconico. Nel comune napoletano, è arrivata la dimostrazione di un teorema semplice ma efficace, capace di pesare anche in ambito nazionale: i moderati divisi finiscono per fare il gioco della sinistra. Stesso discorso per Pozzuoli, dove a trionfare è stato Vincenzo Figliolia, già sindaco della città otto anni fa, prima che il comune fosse commissariato per infiltrazioni camorristiche. La vittoria è stata netta (67%), ma anche in questo caso è stato determinante l’appoggio dell’Udc, in corsa al fianco del Partito Democratico.
Particolare, e incredibilmente vincente, è stato poi l’esperimento andato in scena a Ischia. Sull’Isola Verde, a vincere è stato, infatti, l’asse Pdl-Pd. II “caularone”, espressione dialettale che indica un “grande pentolone” e che gli ischitani hanno affibbiato alla insolita accoppiata, alla fine ha trovato il consenso degli elettori e 3 comuni su quattro (Ischia, Casamicciola, Lacco Amen) hanno deciso di votare per il grande miscuglio. Solo a Barano l’esperimento non è riuscito, ma il dialogo con gli altri sindaci, figli di una vittoria trasversale, resta aperto.
Lasciando l’isola e scendendo nel salernitano la situazione appare ancora oggi, all’indomani degli spogli, difficile da decifrare. Ad Agropoli il Pdl va sotto, ma un risultato negativo era ampiamente atteso, dal momento che a vincere è stato ancora il sindaco uscente Franco Alfieri, con un plebiscito capace di sfiorare il 90%. A Nocera Inferiore, invece, tutto è rimandato al ballottaggio tra Manilo Torquato e Luigi Cremone. Il primo, espressione del centro moderato (Udc, Fli, Grande Sud), e l’altro, leader di una coalizione di centrodestra dove figura anche il Pdl. Sconfitto qui su tutta la linea il centrosinistra. Novità arrivano, poi, da Capaccio dove a vincere è stato Italo Voza, appoggiato dal centrodestra e capace di interrompere cinque lunghi mesi di commissariamento.
Risalendo la regione, e tornando nel casertano, giungono segnali postivi per il Pdl e dati poco lusinghieri, invece, per il Pd e il centrosinistra. Spicca la vittoria ad Aversa di Giuseppe Sagliocco, sostenuto dalle forze di centrodestra, con Pdl e Udc questa volta insieme. Al centrodestra va anche Mondragone: il candidato del Pdl Giovanni Schiappa ha fatto la corsa da solo ma, fino a tarda notte, sembrava non riuscire ad agguantare la soglia del 50%. Alla fine, l’ha spuntata con un 50,4%, scongiurando il ballottaggio.
Spostandoci nel beneventano, il quadro appare invece decisamente diverso. Nei nove comuni andati al voto, vincono i candidati del centrodestra, anche se in questo caso si è trattato per lo più di liste civiche, senza eccessivi riferimenti ai partiti nazionali. Stesso discorso ad Avellino, dove spicca la vittoria del candidato del Pd, Vignola, a Solofra, con gli atri comuni che seguono il trend già descritto per Benevento: liste civiche a monopolizzare la scena.
Alla fine di una lunga due giorni, non priva di tensioni, e in attesa di qualche ballottaggio significativo (vedi Acerra), a tracciare un primo bilancio è intervenuto il commissario regionale del Pdl, Francesco Nitto Palma: “Il Pdl in Campania è andato meglio che nel resto dell’Italia”, ha dichiarato l’ex guardasigilli, puntando poi il dito contro l’alleanza Pd-Udc. “E’ vero che per i comuni più grandi perdiamo Torre del Greco – ha aggiunto – “ ma conquistiamo Mondragone e andiamo al ballottaggio ad Acerra. In questa regione abbiamo assistito all’alleanza strategica camuffata da territoriale tra l’Udc e il Pd, ad esempio proprio a Torre del Greco e ciò nonostante l’Udc sia con il centrodestra al governo della regione e di 4 province su 5”.
Tutto sommato, dunque, in Campania il Pdl ha tenuto, pur non vantando risultati esaltanti e, soprattutto, considerando i risultati di altre regioni italiane. Adesso, ad urne svuotate, e in attesa di conoscere la sorte di Nocera Inferiore e Acerra, il rammarico più grande per il partito guidato da Nitto Palma sembra essere quello di non aver saputo costruire il tanto sospirato “fronte moderato” con l’Udc. Un alleanza del genere, avrebbe di certo fatto la differenza. Il che vale per la Campania, ma non solo.