In Campania le urne hanno decretato lo sfratto a Bassolino

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In Campania le urne hanno decretato lo sfratto a Bassolino

29 Aprile 2008

Ormai non desta sorpresa e forse non fa nemmeno più notizia, soprattutto se contemporaneamente si registra una svolta storica come la conquista di Roma da parte del centrodestra. Ma con i ballottaggi di domenica e lunedì scorsi, i cittadini della Campania hanno  inviato un  altro – perentorio ed inequivocabile – avviso di sfratto ad Antonio Bassolino. I candidati sindaco del Popolo della Libertà hanno vinto in sei comuni su nove: tutti e sei del Napoletano, dove peraltro il Pd è rimasto a secco perchè a Brusciano è stato eletto il rappresentante di una lista civica e dell’Udc. Per il resto il centrodestra vince a Boscoreale, Casoria, Cercola, Melito, Somma Vesuviana e Afragola.

Sì, Afragola. Nella cittadina che ha dato i natali all’attuale Presidente della Regione, è  Vincenzo Nespoli del Pdl ad imporsi nettamente con il 54,9% dei voti. E non occorre soffermarsi più di tanto a sottolineare la valenza simbolica e politica di questo risultato registratosi nel regno (o feudo, come preferite) del Governatore, che subisce una pesante e bruciante sconfitta “in casa”.

Il bilancio complessivo, per il partito berlusconiano, diventa ancora più significativo se a questi dati si aggiungono quelli delle elezioni politiche, che videro il centrodestra attestarsi intorno al 51% sul territorio regionale, quelli del primo turno delle amministrative 2008 e perfino quelli già indicativi e confortanti delle amministrative 2007.

Alla luce della nuova mappa tracciata dagli elettori, dunque, il problema riesplode in tutta la sua evidenza e l’interrogativo riaffiora più che mai concreto e ineludibile: ma davvero Bassolino può far finta di niente e restarsene al suo posto dopo le ripetute, sonore bocciature decretate dalle urne? E, soprattutto, mostra sempre più vistosamente la corda il mediocre escamotage annunciato dal governatore qualche giorno prima del voto dello scorso 13 aprile, quando fu trovata la grottesca pseudosoluzione delle dimissioni “post-datate” e fu aggiunta al fertile panorama delle macchiette teatrali partenopee una nuova, esilarante figura: il “dimissionario in carica”.

Bassolino, com’è noto, comunicò l’intenzione di farsi da parte. Ma non subito, per carità. Non c’è fretta, se ne riparlerà nel 2009.

“Ci aspettano tappe troppo importanti – dichiarò l’esponente del Pd – e il senso di responsabilità non mi consente di abbandonare”. Già, un senso di responsabilità dal sapore di yogurt. Cioè con la data di scadenza: tra un anno, quando per una singolare coincidenza si terranno le elezioni europee e quindi il Governatore non correrà il rischio di restare a spasso neanche un minuto. Anche i bambini, infatti, hanno capito che questa “prorogatio” che Bassolino concede a se stesso è strettamente connessa alla volontà di trasferirsi da Palazzo Santa Lucia all’Europarlamento più o meno direttamente, senza lunghi intervalli.

Intanto, Bassolino diventa un personaggio sempre più emblematico della crisi attraversata dal Partito Democratico. Seduto sulla sua poltrona, ma anche in lista di sbarco stando a quanto da lui stesso anticipato. Partecipe alla maxi-manifestazione pre-elettorale del Pd, ma anche defilato: era sotto il palco di piazza Plebiscito, in prima fila con il sindaco Iervolino. Scaricato da Veltroni, che sostanzialmente ne sollecitava le dimissioni quando diceva: “La sua coscienza saprà suggerirgli la cosa giusta da fare”. Ma protetto da D’Alema che indirettamente quanto chiaramente lo esortava a non mollare,  chiamando in causa l’universo mondo (e difendendo il Governatore) nell’individuazione delle responsabilità alla base dello scandalo-rifiuti.

E, soprattutto, continuamente e clamorosamente sconfitto dalla gente della Campania, che ad ogni tornata elettorale mostra la ferma volontà di voltare pagina rispetto alla gestione del centrosinistra in generale e di Bassolino in particolare.

Segnali forti e chiari, che ovviamente non implicano l’automatismo e l’obbligo di uscire immediatamente di scena. Ma che – sul piano etico prima ancora che politico – dovrebbero essere ascoltati, raccolti e assecondati in tempi brevi.

E il degrado, i problemi, l’allarme-sicurezza, la vergogna internazionale dei rifiuti? ‘O Governatore – ahinoi – assicura: per un altro anno  ci penso io. Cosicchè, se nel frattempo San Gennaro e la politica non riusciranno a fare il miracolo, Napoli e la Campania si troveranno ancora alle prese con la più spinosa, deleteria ed inquietante tra le emergenze: l’emergenza-Bassolino.