In cerca dello spirito costituente
23 Settembre 2015
di Andrea Spiri
Se guardassimo senza infingimenti al dibattito in corso sulla modifica dell’assetto istituzionale italiano, verrebbe da dire che nel nostro Paese non tutti, purtroppo, hanno chiara consapevolezza dell’importanza del passaggio che stiamo attraversando.
Il riferimento non è tanto al merito della riforma attualmente all’esame del Senato, un provvedimento frutto del lavoro maturato già prima che si insediasse il Governo Letta, che ha subìto anche su impulso di Ncd importanti modifiche, e che nuovi interventi dovrà contemplare per essere ulteriormente migliorato.
Non è neppure in discussione il sostegno al cammino delle riforme, dal momento che la consapevolezza di dover fornire una spinta alla modernizzazione del Paese, intervenendo anche sulla sua impalcatura istituzionale, ha orientato le scelte del Nuovo Centrodestra, in particolare quella di dividere le strade da un partito che era arrivato sul punto di ragionare sulla contingenza senza più guardare alla prospettiva.
Ciò è stato fatto con convinzione, pagando comunque un prezzo, in termini personali e politici.
Il punto su cui vogliamo richiamare l’attenzione è invece legato agli orientamenti di questi mesi, alle parole, agli slogan e talvolta pure ai diktat che certo non si addicono a uomini che proclamano di avere a cuore il bene delle Istituzioni e che, da ultimo, hanno finito non per sgomberare il terreno dagli ostacoli, ma per generare tensioni e torsioni di cui avremmo fatto volentieri a meno.
Il clima generale non è stato, non è dei migliori. C’è malessere all’interno di Ncd.
E questo perché tutto si è perseguito tranne che un metodo costituente per approcciare la questione della modifica della Carta fondamentale di uno Stato. Il nostro Stato.
Agire con vero spirito costituente significa adoperarsi per favorire le condizioni utili affinché la scrittura delle regole comuni possa realizzarsi all’insegna dell’inclusione, coinvolgendo quante più forze politiche possibili. E invece no. Continuano a prevalere le logiche più spicciole, testimoniate ad esempio dagli improvvisati esperimenti per allargare il perimetro della maggioranza (vedi il gruppo Ala di Verdini) o da quel che avviene a largo del Nazareno. Renziani e sinistra dem cantano vittoria, ognuno pare aver ottenuto ciò che voleva.
Ma riformare la Costituzione non significa farsi la guerra. Per quello c’è tempo, c’è il Congresso del Pd.