In difesa di Federico Moccia e contro i “sapientini” della Sapienza

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In difesa di Federico Moccia e contro i “sapientini” della Sapienza

07 Marzo 2010

Guardate questo video diffuso dalla web-tv dell’Università la Sapienza di Roma. Il povero Federico Moccia, uno scrittore che ha contribuito alla diffusione della lettura molto più di quanto s’immagini, ha la malaugurata idea di andare a presentare la sua ultima fatica letteraria, “Scusa ma ti voglio sposare”, nell’aula magna dell’Università in questione.

C’è anche il cast del film che farà da adattamento al libro ma, apriti cielo, è assente il bel Raul Bova. Primo boicottaggio. Pigolando indispettite, le Under 25 presenti si alzano e lasciano sdegnate la sala: mica erano lì per Moccia, volevano solo riprendere col telefonino il Bova medesimo.

Si aprono le danze e un sapientino come ce ne sono tanti nella generazione di ventenni di oggi, che si credono di avere il mondo in tasca solo perché hanno messo in fila qualche punticino sul libretto degli esami, assale Moccia e ne offende l’opera con un discorsetto applauditissimo quanto prevedibile. In sala ci sono anche dei gagà che agitano cartelli con su scritto “Anti-Letteratura”: nelle nostre facoltà di Lettere siamo fermi alle vetuste sperimentazioni neoavanguardesche, e nessuno ha spiegato a questi studenti che nel ventennio Ottanta/Novanta la letteratura italiana è tornata a raccontare storie. Anche quelle da Mulino Bianco di Moccia, sempre storie sono.

Altri accusano lo scrittore di essere "commerciale", che significa, tra le righe, ti abbiamo sgamato porco berlusconiano. Moccia risponde in maniera fin troppo garbata alle provocazioni, che di questo si tratta, facendo un ragionamento tondo e quadrato: se vi potete permettere di spalare fango sui miei libri, dovete ringraziare di essere più fortunati di altri – di aver goduto di una educazione, anche familiare, che vi ha instradati alla lettura trasformandovi nei sapientini che siete (abbiamo liberamente interpretato le sue parole, nda). Non tutti sono così fortunati. 

Alla fine  lo scrittore fa balenare un’ipotesi balzana: ambientare il suo prossimo romanzo all’università. Glielo sconsigliamo vivamente. Meglio continuare a raccontare le storie degli Under 18, sono molto più interessanti, vere e romantiche, di quanto il cinismo delle generazioni successive possa soltanto minimamente immaginare.