In difesa di un diritto: la riservatezza
17 Giugno 2010
di redazione
La legge sulle intercettazioni, affidata alla dialettica politica e parlamentare, è controversa. La nostra opinione è che non debba essere offuscato o marginalizzato, nel conflitto intorno al testo di legge, il principio liberale e costituzionale della riservatezza delle comunicazioni, perno della privacy.
Gridare “intercettateci tutti”
– Significa dimenticare il massacro di umanità che si è compiuto nel corso del Novecento per la pretesa del potere di interferire nelle vite degli altri, e gravemente sottovalutare la potenziale deriva Orwelliana del nuovo mondo tecnologico
– Significa ritenere che lo Stato possa ogni cosa, anche penetrare nei luoghi più reconditi e sacri del privato, calpestando quella dignità della persona su cui devono fondarsi leggi e regole della convivenza civile
– significa cancellare l’articolo 15 della nostra Costituzione, che sancisce il diritto alla riservatezza
la libertà e la segretezza della corrispondenza e di ogni altra forma di comunicazione fu considerata dai Costituenti inviolabile. Bisogna salvaguardare l’efficienza delle indagini penali contro ogni forma di criminalità e la la libertà della stampa e degli altri mezzi di comunicazione di massa. Non c’è mobilitazione che possa svolgersi nel disprezzo di questo basilare diritto del cittadino.
Pierluigi Battista, Alessandro Campi, Francesco Cundari, Raffaele La Capria, Roberta Mazzoni, Piero Ostellino, Angelo Panebianco, Giampaolo Pansa, Andrea Romano, Susanna Tamaro
Tratto da Il Foglio