In Egitto Tantawi si prepara a cedere il potere ai Fratelli musulmani

LOCCIDENTALE_800x1600
LOCCIDENTALE_800x1600
Dona oggi

Fai una donazione!

Gli articoli dell’Occidentale sono liberi perché vogliamo che li leggano tante persone. Ma scriverli, verificarli e pubblicarli ha un costo. Se hai a cuore un’informazione approfondita e accurata puoi darci una mano facendo una libera donazione da sostenitore online. Più saranno le donazioni verso l’Occidentale, più reportage e commenti potremo pubblicare.

In Egitto Tantawi si prepara a cedere il potere ai Fratelli musulmani

14 Gennaio 2012

Va sempre peggio nel “nuovo” Egitto. Il Governo militare di transizione egiziano (SCAF) sta preparando un passaggio di consegne ai Fratelli musulmani, vincitori alle recenti elezioni assieme ai salafiti. Naturalmente con grande costernazione di USA ed Israele. Non era certo questo che Obama desiderava per l’era post-Mubarak. Il presidente americano prevedeva che i militari rimanessero al potere fino ad una nuova, democratica costituzione e l’elezione di un presidente moderato.

Ciò si sta rivelando una meravigliosa chimera. Il feldmaresciallo Tantawi, capo del governo militare, non intende aspettare. Ha già raggiunto un accordo per cedere i suoi poteri presidenziali provvisori all’entrante portavoce del Parlamento, che sarà uno dei Fratelli musulmani.

Dopo la caduta di Mubarak, Netanyahu era d’accordo ad allineare la sua politica con quella di Obama. E’ stata una delle intese contenute nel pacchetto concordato tra i due governi, che ha riguardato anche piani per l’Iran e lo scambio di prigionieri per il rilascio di Gilad Shalit, per cinque anni prigioniero di Hamas. Il militare è tornato a casa via Egitto.

Finora gli accordi tra Gerusalemme e Washington hanno retto. Israele è rimasto in silenzio persino quando Hamas si è avvicinato ai cosiddetti “moderati” Fratelli musulmani egiziani (ma c’era bisogno di un “avvicinamento” per cogliere quantomeno la loro affinità ideologica?). In questo modo l’organizzazione integralista è entrata nelle grazie dell’Occidente.

Tuttavia gli interessi politici di Hamas non si limitano all’Egitto. E’ noto infatti che il leader politico dell’organizzazione, Kaled Meshaal, aveva il suo quartiere generale a Damasco, impegnata da mesi in una sanguinosa repressione dei manifestanti contro il presidente siriano Bashar Al-Assad.

Mentre circolavano notizie di uno spostamento del quartiere generale di Hamas al di fuori della capitale siriana, si è scoperto che Khaled Meshaal agiva segretamente da tramite per mediare tra Assad e la Lega Araba.

Intanto il leader di Hamas a Gaza, Mahmoud al-Zahar, ha chiarito che l’organizzazione non ha, né avrebbe mai, cambiato i suoi spot ideologici o le sue dottrine strategiche per una lotta armata palestinese fino alla distruzione di Israele.

Quest’ultimo ha sbagliato a tacere. In questo modo ha di fatto reso possibile che i generali prendessero in considerazione di far cadere l’Egitto, senza l’interferenza di Washington, nelle mani dei Fratelli musulmani, dei quali i generali sono sempre stati alleati sottobanco. In questo modo Israele ha contribuito a far sì che gli islamisti del Cairo intrattenessero rapporti con Washington.

L’atteggiamento israeliano ha anche incoraggiato i leader della Fratellanza a dichiarare ripetutamente e falsamente che essi non sono mai stati vincolati da nessun impegno con gli USA a sostenere il trattato di pace con Israele del ’79.

In un estremo tentativo di “salvare” la primavera araba egiziana, il Segretario di Stato Hillary Clinton ha inviato il suo vice per gli affari mediorientali Jeffrey Feltman al Cairo per cercare di rallentare il trasferimento di poteri dalla giunta militare agli islamisti e forse salvare anche il trattato di pace con Israele, che è stata un’ancora di stabilità del Medio Oriente per tre decadi.

Anche i salafiti stanno facendo di tutto per dimostrare che il vento è davvero cambiato in Egitto e decisamente in peggio. Ora vogliono addirittura impedire che i cadaveri di uomini e donne siano sepolti vicini nei loculi dei cimiteri, perché la promiscuità sessuale è haram, peccato per l’islam. Lo rende noto il quotidiano on-line Al-Masry Al-Youm.