In Europa vince la crisi, in Italia la vera sfida è tra politica e antipolitica

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In Europa vince la crisi, in Italia la vera sfida è tra politica e antipolitica

06 Maggio 2012

 

Flash dall’Europa. La Francia incorona il socialista Hollande, la Grecia i partiti anti-euro (sinistra radicale e nazionalisti-neonazi), in Germania la Merkel subisce l’ennesima batosta elettorale. Vince la crisi, gli effetti si vedranno già oggi col verdetto dei mercati. L’Italia alle urne amministrative resta sotto la soglia del 50 per cento (rilevazione di ieri sera), dato che ne porta un altro: la vera sfida è tra politica e antipolitica. Stasera il verdetto.

In attesa di sapere l’esito nei mille comuni al voto, con le sfide più importanti in Lombardia, a Verona, Genova e Palermo, questo voto è anzitutto un test sullo stato di salute dei partiti e una cartina di Tornasole in vista delle politiche 2013. Pdl e Pd si giocano molto in questa tornata elettorale e al tempo di un governo tecnico che – dicono i sondaggi – ha perso il suo appeal con il carico di tasse e la linea rigorista. Il sostegno all’esecutivo dei Prof. in entrambi gli schieramenti può rivelarsi un boomerang nel segreto dell’urna e questo Pdl e Pd lo hanno già messo in conto. Il sorvegliato speciale resta Grillo e con lui l’ondata di antipolitica, demagogia e populismo che ne deriva. Una brutta bestia, alla quale contrapporre la forza di un progetto politico. E’ per questo che nell’ultimo scorcio di campagna elettorale i big, specialmente nel Pdl, hanno puntato tutto su tasse e fisco. Temi forti, punti sensibili di un’opinione pubblica delusa dalla politica e fiaccata dall’imperativo rigorista di Monti&C.

In questo contesto, non aiuta di certo il dato dell’affluenza alle urne che ieri sera si è fermato sotto la soglia del 50 per cento (49,66), già di per sé indicativo al di là dei doverosi raffronti con le tornate precedenti.

Se non è corretto attribuire alle amministrative un significato eminentemente politico proprio per la loro natura fortemente calata nelle specificità territoriali dove impazza anche stavolta (e non a caso) una miriade di liste civiche, è vero però che si tratta di un passaggio importante: il primo durante il governo tecnico, il primo a un anno dalle politiche. Un passaggio che potrebbe già disvelare scenari e movimenti da qui al 2013.

Nel centrodestra si lavora al partito unico dei moderati, pallino di Berlusconi e obiettivo di Casini. Nel tira e molla dei tatticismi e della corsa a chi mette la bandiera nel terreno più fertile (di voti) c’è un elemento da monitorare e cioè come andrà a finire al Nord e in particolare in Lombardia. Perché nei centoventisei comuni al voto Bossi e Berlusconi hanno liste diverse e divise, come divisa (per ora) è l’alleanza. E perché nella maggiorparte dei comuni più importanti, il partito del Cav. ha stretto alleanze con quello di Casini. Proprio da qui sarà interessante verificare se realmente c’è il seme del partito unico dei moderati-modello Ppe che nella Lombardia-motore economico è auspicato forse più che altrove. Non è un caso che Berlusconi abbia scelto come unica piazza per il comizio elettorale Monza, nel cuore della Brianza, dove da sempre il centrodestra testa il termometro del suo elettorato di riferimento, ma mai come oggi l’esito appare un’incognita anche per la frammentazione di un voto diviso tra partiti tradizionali, movimenti, liste civiche, ultras dell’antipolitica.    

Problemi e incognite speculari nel centrosinistra, dove il Pd fa i conti da un lato con il sostegno a un governo tecnico che la base democrat non hai mai veramente digerito (preferendo correre da subito alle urne). Dall’altro con la competizione diretta aperta nello stesso campo da Vendola e Di Pietro, ma anche se soprattutto con l’effetto Grillo che rischia di erodere una buona fetta dell’elettorato di sinistra. Genova e Palermo faranno da prova del nove, soprattutto per Bersani che da domani dovrà decidere se e come la foto di Vasto è da rimettere in bella vista nell’album di famiglia.

Ma la vera fotografia di questa tornata elettorale è un’altra: politica, antipolitica, astensionismo?  Un punto interrogativo fino a stasera, quando le urne italiane daranno il loro responso in un’Europa che da ventiquattrore ha già cambiato faccia.