In Friuli Venezia Giulia sono le banche Popolari a guidare la ripresa
23 Settembre 2010
Le conseguenze della crisi internazionale si sono fatte sentire anche sull’economia del Friuli Venezia Giulia. Infatti, nel solo 2009, la domanda alle imprese industriali ha subito una contrazione in termini reali del 20% rispetto ai due anni precedenti, annullando di fatto la crescita registrata in un decennio. Anche le esportazioni, settore importante per questa area di frontiera, si sono ridotte in misura rilevante in tutti i principali comparti industriali della regione con l’eccezione della cantieristica navale.
Sostanzialmente stabile, invece, il contributo del settore dell’agricoltura, silvicoltura e pesca alla formazione del valore aggiunto regionale nel 2009, pari al 2,7%, in linea con quanto registrato negli anni precedenti.
La difficile congiuntura ha avuto pesanti ripercussioni sul mercato del lavoro, dove, secondo la rilevazione ISTAT sulle forze di lavoro del 2009, il numero medio degli occupati è diminuito del 2,5%, dopo una crescita media annua dell’1,5% nel triennio 2005-2007 e la stasi nel 2008. La componente autonoma dell’occupazione si è ridotta del 6,4%, a fronte di un calo più contenuto tra i lavoratori dipendenti (-1,4%). Gli occupati, che comprendono anche i lavoratori in Cassa integrazione guadagni, si sono ridotti dello 0,9% nell’industria in senso stretto, mentre le maggiori perdite occupazionali si sono concentrate nei settori delle costruzioni e dei servizi, dove gli addetti sono diminuiti rispettivamente del 4,2 e del 2,5%.
Tuttavia già nella seconda metà dell’anno passato, sono emersi comunque degli iniziali e deboli segnali di ripresa che si sono progressivamente consolidati nel primo trimestre del 2010. Proprio in risposta alla volontà ed alle aspettative della comunità friulana di uscire dalla difficile congiuntura, in linea con quanto già fatto negli anni precedenti, le Banche Popolari continuano a fornire le risorse necessarie per sostenere ed assicurare la clientela, in particolare famiglie e PMI, nei loro progetti. Infatti, i dati patrimoniali relativi agli impieghi del mese di maggio 2010 mostrano come sia rimasto elevato l’impegno e l’attenzione del Credito Popolare verso gli investimenti della propria clientela. Nel dettaglio, la crescita totale degli impieghi ha raggiunto l’8,3%, con un +5,7% destinato alle imprese (+4,7% alle grandi imprese e +6,1% alle piccole) e un +15,8% alle famiglie. Anche la componente depositi ha fatto registrare un importante aumento del 25%, a testimonianza di un saldo legame fra Banche Popolari e risparmiatori, consapevoli di poter contare su banche stabili, affidabili e che hanno a cuore il raggiungimento di una maggiore e soprattutto stabile serenità economica.
Attraverso, quindi, il contatto con la comunità friulana in cui opera, il Credito Popolare riesce ad essere attivamente presente nella regione, grazie anche alla peculiare capacità di ascolto delle esigenze della clientela, assieme ad una rilevante capacità proattiva rispetto ai segnali di ripresa. Un risultato conseguito soprattutto in virtù di politiche mirate alla vicinanza al territorio ed al costante sostegno al sistema economico e al tessuto produttivo della regione. Le Banche Popolari, attraverso la loro esperienza e la loro credibilità, applicano con convinzione e conservano inalterati i propri valori di prossimità, localismo e solidarietà.
Fin dalla loro fioritura avvenuta nella regione intorno al 1885, queste “banche del territorio” hanno costantemente mirato a sviluppare relazioni stabili con la clientela e con le comunità, improntate sulla fiducia e sulla valorizzazione delle capacità della persona; un principio, questo, mai venuto meno neanche nei momenti più difficili della crisi e che accompagnerà il ruolo e l’operato delle Banche Popolari anche nei prossimi anni.
* Segretario Generale Associazione Nazionale fra le Banche Popolari