In Germania l’affaire salafiti dimostra che il ‘multikulti’ è ancora in piedi
23 Giugno 2012
di redazione
E’ solo la punta dell’iceberg. Le perquisizioni del 14 Giugno effettuate dalla polizia tedesca su oltre 70 edifici legati a gruppi salafiti islamici sono il risultato più recente di una vicenda che si trascina ormai da Aprile, quando il gruppo “La vera religione” dell’imam Ibrahim Abou Nagie, ha iniziato a distribuire gratuitamente copie del Corano da appositi stand, creati nel centro delle maggiori città tedesche.
Un’iniziativa inizialmente presa sottogamba dall’autorità tedesca, ma che ha poi suscitato reazioni diverse all’interno dello spettro politico tedesco. Una preoccupazione che abbraccia entrambi gli schieramenti politici. Per Günter Krings della CDU, lo stesso partito di Angela Merkel, “mentre la distribuzione di scritti religiosi è un principio inappuntabile, l’azione aggressiva dei salafiti radicali ha disturbato la pace religiosa nel nostro Paese”. Cem Özdemir dei Verdi contesta ai salafiti il fatto di anteporre la propria visione del mondo alla costituzione tedesca e ai diritti umani.
E proprio nella società tedesca si evidenzia la spaccatura che intercorre tra i fedeli musulmani che, per la risoluzione delle liti familiari, si rivolgono all’autorità costituita, e chi invece si rivolge ai mediatori, esperti della Sharia. Una vera e propria struttura giudiziaria parallela, che celebra matrimoni e separazioni e pone rigidi paletti alla libertà delle donne, che non possono sposare un non musulmano, sottoposte al mito della conservazione dell’unità familiare e la certezza che, in caso di divorzio, la custodia dei bambini sia accordata al marito.
Ma ciò che ha destato preoccupazione nelle autorità giudiziarie è stata l’azione del Pro-NRW, partito tedesco di estrema destra, che ha cercato lo scontro diretto con la comunità musulmana con un’iniziativa provocatoria. Il Pro-NRW ha infatti indetto un concorso tra centinaia di caricaturisti, incaricati di creare vignette che criticassero l’Islam in maniera incisiva. Non solo: le vignette vincitrici sarebbero state esposte di fronte alle principali moschee e istituzioni islamiche presenti in Germania.
La violenta controreazione dei salafiti non si è fatta attendere. A Bonn, gli scontri tra i salafiti e le forze di polizia incaricate di proteggere i manifestanti dell’estrema destra del Pro-NRW hanno portato al ferimento di 29 agenti. “L’attacco violento dei salafiti non ha fatto altro che alimentare l’immagine che i membri del Pro-NRW ha dell’Islam come di una religione violenta”, è il parere di Uwe Backes, vice direttore dell’Istituto Hannah Arendt per la ricerca sul totalitarismo all’Università della Tecnologia di Dresda. Il portavoce della polizia tedesca Harry Kolbe parla di una “deliberata provocazione” da parte dei membri del Pro-NRW, partito che “fomenta intenzionalmente l’odio contro 4 milioni di musulmani che vivono pacificamente in Germania”. Ha però poi chiarito che molti dei manifestanti salafiti erano già attrezzati a una risposta violenta: molte le armi bianche sequestrate al termine degli scontri.
Come reazione a quanto accaduto, la polizia tedesca ha quindi ricevuto l’incarico di sradicare e mettere al bando dal territorio uno dei più influenti gruppi salafiti nella regione, quello noto come Millatu Ibrahim. Il ministro degli interni tedesco, Hans-Peter Friedrich, ha dichiarato che “l’organizzazione agisce in opposizione all’idea di ordine costituzionale e comprensione multiculturale”. L’ideale salafita di imporre la legge della Sharia sulla costituzione tedesca e il rifiuto dei valori occidentali ha portato il governo tedesco a intraprendere la linea dura.
Una mossa che, ovviamente, non è risolutiva. Come dimenticare le dichiarazioni di Angela Merkel, che non meno di un anno fa dichiarava che il "Multikulti ist tot", il multiculturalismo è morto? Gli ultimi eventi sembrano confermare le opinioni della Cancelliera, in una integrazione che sembra sempre più impossibile da raggiungere, nonostante il Süddeutsche Zeitung evidenzi come la gran parte degli islamici tedeschi sia contro l’ideologia salafita.