In Germania lo stile di Green Peace per difendere il nucleare

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In Germania lo stile di Green Peace per difendere il nucleare

29 Aprile 2008

Ludwig Lindner non è tipo che
è solito lamentarsi. Da chimico pensionato qual è, dopo aver appreso da
Pisa-2001 quanto poco gli studenti tedeschi intendevano di matematica, biologia
e fisica, ha messo insieme un piccolo e ardito gruppo di ingegneri e fisici
dandogli il nome di “Associazione di Cittadini per la Tecnica”
(www.buerger-fuer-technik.de).
L’iniziativa, operativa ormai da alcuni anni, è destinata principalmente agli
studenti e il panorama degli articoli pubblicati sul sito, ne mostra il
carattere divulgativo: l’attenzione è rivolta in particolare allo svelamento
delle “menzogne dell’energia eolica” e al sostegno all’energia atomica. Un deciso
e significativo segnale in controtendenza rispetto all’imperante facile
ecologismo antiatomico.

Lindner e i suoi sono talmente convinti della bontà dell’energia atomica
e di come le fonti alternative siano sovrastimate da suscitare negli ambienti
ecologisti il dubbio che il BfT sia un’organizzazione di copertura della lobby
atomica. I circa cento membri dell’Associazione, al contrario, non perdono
occasione per rivendicare la propria condizione di “cittadini indipendenti”. L’obiettivo
è chiaro: “abbattere la paura e il conseguente panico, così diffusi tra la
popolazione, causati dall’ignoranza rispetto alla tecnica”. Che sia un
personaggio come Lindner a guidare il BfT non è un caso: il suo curriculum dice che dopo aver lavorato
al Centro per la Ricerca
sull’Atomo di Karlsruhe, il chimico è stato presso la AEG alla guida
dell’allestimento e della messa a regime del laboratorio di ricerca sul
plutonio e infine portavoce di un gruppo di specialisti all’interno della KTG,
una società molto vicina alla realtà industriale tedesca promotrice
dell’energia atomica. Lungi dal negare tutto questo, Lindner e i suoi
perseguono tuttavia con ostinazione la loro opera educativa.

Oltre al frequente invio di una newsletter ad oltre 2800 abbonati, nella
rete il BfT può contare su almeno 15 siti attraverso i quali veicolare
ulteriormente i propri messaggi. E’ già accaduto in più occasioni che documenti
pubblicati dal BfT siano stati ripresi da singole scuole tedesche interessate
ad elaborare un proprio progetto educativo sull’apprendimento di nuove tecniche,
o che singoli studenti abbiamo citato il sito dell’Associazione di Lindner come
fonte per le loro ricerche. Non mancano gli inviti a tenere conferenze o brevi
corsi e membri del BfT sono intervenuti perfino per correggere chiare
manipolazioni ideologiche operate su Wikipedia: da tutto questo s’intende come
il metodo e l’opera funzionino.

Pur di riuscire ad influenzare l’opinione pubblica, gli amici dell’atomo non
rinunciano neppure ad usare con una certa frequenza gli stessi metodi
d’intervento tradizionalmente patrimonio degli ecologisti ante-litteram. Se lo ricorda Robert Werner, di Greenpeace, quando
nell’ottobre 2006, a
Mannheim, quattro membri del BfT, partecipanti insieme altri 250 esperti ad un
congresso sull’energia, fecero di tutto pur di dare voce alla propria battaglia
per l’energia atomica: interruzioni, lancio di volantini, esposizione di
manifesti. Non di rado altri aderenti all’Associazione, pur non invitati, sono
riusciti a partecipare in forma di claque
alle assemblee generali di grandi gruppi del settore energetico (Eon, RWE e
EnBW). Insomma, il chimico in pensione Lindner e i suoi hanno capito bene che
le conquiste tecnologiche vanno difese pubblicamente e le loro corrette
applicazioni vanno perseguite con tenacia.