In Germania scoppia il caso Krause

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In Germania scoppia il caso Krause

14 Maggio 2008

“Sono stato attaccato nella mia sfera privata in una maniera così orribile che non sono preparato a resistere a lungo. Non vedo alcuna possibilità di un’azione politica serena alla guida del dicastero propostomi”. Questa è la conclusione cui è giunto il letterato e giornalista Peter Krause dopo due settimane di campagna diffamatoria indirizzata contro la sua persona.

Il 23 aprile scorso il Presidente della Turingia, Dieter Althaus (CDU), aveva annunciato tra i sei nuovi ministri del suo governo anche lui, l’ex redattore del settimanale conservatore berlinese “Junge Freiheit”, alla guida del Ministero dell’Istruzione (Kultusministerium). Passa appena un giorno e già si è scatenato il fuoco mediatico contro la nomina di Krause: le bordate lanciate da rappresentanti di SPD e Linke trovano eco immediata e amplificazione sullo “Spiegel online” e sulla “Süddeutsche Zeitung”: “Krause non è la persona indicata cui poter affidare la responsabilità su studenti e insegnanti” (così Carsten Schneider, SPD). Il ministro in pectore non rinnega il proprio passato di collaboratore al settimanale diretto da Dieter Stein e tuttavia non tarda a precisare che la linea di quel giornale, per quanto degna di rispetto e vicina, non coincide con le sue convinzioni politiche. Ma non basta.

Alla campagna diffamatoria prendono parte anche Die Grünen: “Chi razzola nel terreno paludoso che va dall’estremismo di destra all’ultraconservatorismo non può assumere il ruolo di Ministro del Land”. A Krause arrivano attestati di solidarietà e stima solo dal NPD, il partito di estrema destra che vanta significative presenze di deputati in Sassoni, a Brema e nel Brandeburgo. Il caso monta rapidamente e si moltiplicano le pressioni sulla CDU affinché spinga Althaus a ritirare la nomina. Il 26 aprile il quotidiano “taz” titola: “Dal margine destro al centro della Merkel”. Si moltiplicano gli appelli alla “difesa della democrazia” dal pericolo Krause. A nulla servono le ulteriori dichiarazioni del diretto interessato, il 30 aprile: “Ribadisco di non condividere la linea politica di ‘Junge Freiheit’. Non sono un estremista di destra, non sono un ideologo”.

L’autorevole storico Michael Wolffsohn chiede dai microfoni di “Deutschland Radio” che “gli venga offerta una chance”. Sia detto ora chiaramente: Krause non ha mai subito alcun processo per apologia nazista, né gli sono mai state attribuite azioni violente o altro. Tutto ruota attorno ad una “incerta serietà democratica”. Sono piuttosto lui e la sua famiglia a subire violenza: nella notte tra il 30 aprile e il 1° maggio l’auto della moglie viene gravemente danneggiata. Il fatto non serve tuttavia a smorzare i toni, anzi li acuisce, tanto che la sinistra si compatta sul “caso Krause” ed annuncia una grande manifestazione pubblica per l’8 maggio. Devono passare ancora alcuni giorni prima che un autorevole esponente della CDU si dichiari a sostegno della nomina. E’ Wolfgang Fieder, esperto di politica interna, che il 4 maggio sottolinea come “non ci sia motivo per dubitare della sua integrità democratica”. Ma ormai è inutile: il 5 maggio Krause annuncia la propria rinuncia all’incarico.

Non c’è dubbio: nella società tedesca c’è un problema di prassi democratica. Al caso sopra citato s’è aggiunto nei giorni scorsi quello montato dal settimanale amburghese “Die Zeit”: la messa online di un sito “contro l’estremismo di destra” (www.netz-gegen-nazis.de). Ma come, non esiste forse un estremismo di sinistra altrettanto pericoloso e in costante crescita? Curioso poi che all’iniziativa abbiano aderito un canale televisivo pubblico come la ZDF, la Bundesliga (la Federazione Calcio tedesca) e il Deutscher Feuerwehrverband (i Vigili del Fuoco).

Se da un lato esiste e viene ampiamente tollerata una “sinistra” (Die Linke) che pure non esita a rifarsi spesso a modelli di società tutt’altro che democratici (la DDR), dall’altro si tenta di liquidare come “nazista” qualsiasi esperienza che possa essere ricondotta ad una cultura di destra, conservatrice ma evidentemente liberale e democratica. Il problema, come sottolineato da alcuni osservatori politici, andrebbe preso sul serio anzitutto dalla CDU, per evitare che possa essere preso a pretesto dai veri estremisti. Come già successo in precedenza per altri casi analoghi, anche sul caso Krause il cancelliere Merkel ha preferito tacere. Eppure esiste ed è sempre più viva una destra che rivendica la libertà di pensiero e di opinione e nulla ha che fare con l’estremismo: “E’ nel proprio interesse e a difesa del Paese dall’estremismo”, ha scritto Stein, il direttore di “Junge Freiheit”, “che la CDU dovrebbe prendere le difese della ‘destra’ conservatrice”.