In Italia sempre più autrici fanno fantasy ma solo una ha scelto la Cina
06 Marzo 2011
La Cina è qui, è già entrata a far parte dell’immaginario dei più giovani che con disinvoltura mescolano la lingua tibetana alle leggende di questa terra che agli adulti spesso è ancora sconosciuta. E’ il caso di Eva Blasi, classe 1987 che ha dato alle stampe il romanzo L’Ultima Guardiana, vincitore del Premio Letterario Cassa Mutua Prunas.
Xi’an Te Mao una ragazza cinese, orfana, dal passato oscuro e dall’animo tormentato. Come nel miglior bildungroman affronta un lungo viaggio tra antichi monasteri e oscure foreste per portare a compimento la missione dell’Ultima Guardiana del suo popolo, gli Shaolong. Sogni e visioni non sempre socialmente compatibili rendono arduo il percorso della giovane, che ha dimenticato il suo passato e si trova, sola, ai margini, imprigionata in un ruolo di studentessa e figlia in affido che non riesce a gestire.
I frequenti cambi dell’io narrante ci conducono subito a conoscere i suoi compagni di avventura e suggeriscono l’importanza delle relazioni e dei punti vista degli altri personaggi nella costruzione di una realtà condivisa. Ad accompagnare Xi’an nel percorso di accettazione della sua vera identità c’è un improbabile ma proprio per questo "fantastico" gruppo di compagni di scuola, che per quanto impreparati si addentreranno nel mondo magico delle Terre Demoniache per prestare soccorso all’Imperatore Celeste.
La narrazione è rarefatta, a tratti onirica. Momentanee perdite di coscienza della protagonista si alternano a stati di estrema lucidità fino alla completa accettazione di sé come ingranaggio fondamentale di un sistema sociale (ed amicale) più ampio. La controparte maschile della protagonista è Nakao, anch’egli alle prese con un percorso iniziatico e col difficile abito di Cavaliere dei Draghi, antico ordine guerresco che si tramanda nella sua famiglia. Centrale, dunque, il ruolo dei legami di sangue, sia come portatori di faticose eredità che come esempi da seguire. Il ruolo e la missione di questi giovani sembra proprio quello di restituire agli avi la loro età dell’oro.
Il fantasy continua a conquistare fette del pubblico italiano, e le giovani autrici, si chiamino Licia Troisi o Eva Blasi, dimostrano che questo genere è sempre più declinato "al femminile": un terreno strategico per raccontare di sé, e non solo, e per mettersi in relazione al nuovo e all’antichissimo che inesorabilmente avanzano da Oriente.