In lockdown al Disney Resort, la politica “zero Covid” avvicina la Cina alla recessione
01 Novembre 2022
Intrappolati nel magico mondo creato dalla fantasia di Walt Disney ma per vivere, più che una fiaba a lieto fine, un incubo postmoderno. E’ quanto accaduto nella mattinata di ieri a migliaia di visitatori del Disney Resort di Shanghai che, tra una giostra e una foto con Cenerentola, si sono visti bloccare le vie d’uscita dal parco a tema per l’attivazione delle procedure di contenimento del Covid-19. I turisti all’interno della struttura sono quindi stati costretti a sottoporsi al tampone molecolare.
Il resort era già rimasto chiuso più di tre mesi durante il duro lockdown di Shanghai ed è stato chiuso per due giorni ancora a novembre del 2021, con all’interno oltre 30 mila visitatori bloccati e tracciati per individuare eventuali focolai.
I visitatori, da ieri trattenuti all’interno del parco, dovranno ora attendere l’esito negativo del test per poter lasciare la struttura. Inoltre, il Disney Resort ha comunicato attraverso WeChat che chiunque abbia visitato il parco dal 27 ottobre, debba sottoporsi al test Covid-19 per tre volte in tre giorni.
Continua quindi senza ripensamenti la strategia cinese di contenimento del virus attraverso lockdown e chiusure forzate. I dati economici del gigante asiatico, però, rivelano che la strategia “zero Covid” sta avendo riflessi molti pesanti al punto da frenare la crescita cinese.
Le attività di milioni di persone sono ristrette da 200 diversi lockdown in corso in tutta la Cina. Il Paese continua a registrare costantemente più di 1.000 nuovi casi di Covid al giorno. Mentre in altre parti del mondo dati simili, in proporzione, sono però considerati non preoccupanti, in Cina, per bocca del presidente Xi Jinping, non va fermata la “battaglia popolare contro il virus”.
Nel secondo trimestre del 2022, il Pil del paese è cresciuto appena dello 0,4%, molto al di sotto delle previsioni intorno all’1%, e rallentando bruscamente dal 4,8% del primo trimestre. E’ il risultato più negativo dall’inizio del 2020, quando il paese fu colpito dalla prima ondata di Covid-19, e il secondo peggior risultato da oltre trent’anni. Uno stop che mette seriamente a rischio l’obiettivo di crescita economica fissato per quest’anno al 5,5%. Tuttavia, nonostante l’ombra della recessione appaia sempre più minacciosa, con conseguenze inevitabili sugli equilibri economici globali, l’abbandono su larga scala della strategia “zero Covid” sembra improbabile, almeno per un altro po’ di tempo.