In Molise è scontro tra il Consiglio di Stato e il fronte anti-eolico
13 Luglio 2011
di L. C.
Vittorio Sgarbi è favorevole alle fonti di energia rinnovabili. Ci mancherebbe. Ma quando queste rischiano di prendere a schiaffi il paesaggio diventa una furia. Indossa i guantoni da boxe e colpisce duro. Lo sanno bene i giudici del Consiglio di Stato, che di recente hanno dato il via libera a un parco eolico – composto da 16 torri – che si intende realizzare a ridosso del sito archeologico di Altilia, in provincia di Campobasso.
Il critico d’arte, già a novembre, era venuto in Molise proprio per dire no a questo impianto. In quell’occasione non era stato affatto tenero nei confronti di questo progetto, né di quello che prevede l’installazione di pali eolici nelle vicinanze del teatro sannitico di Pietrabbondante (in provincia di Isernia). Ma stavolta è stato un vero e proprio fiume in piena. Troppo fresca la ferita inferta dai magistrati di Palazzo Spada a chi si batte contro l’eolico selvaggio.
Lunedì pomeriggio, per l’inaugurazione della sezione molisana della Biennale di Venezia, ad attendere Sgarbi a Isernia c’erano i rappresentanti della Rete dei comitati anti-eolico (in Molise raccoglie ben 136 comitati e associazioni e ha promosso tantissime manifestazioni e iniziative contro il proliferare delle pale sulle montagne molisane). Lo hanno messo al corrente delle ultime novità. E lui, incalzato dai giornalisti, ci è andato giù duro: “Stuprare il paesaggio è un delitto contro la natura. Se adesso non possiamo difendere neanche le colline e i luoghi archeologici vuol dire che il Consiglio di Stato è contro lo Stato. Non è un Consiglio di Stato, ma un Consiglio che si basa sulle carte e non sulla realtà. Occorre – ha aggiunto Sgarbi – che si cominci a capire che il patrimonio del paesaggio e della natura italiana è un patrimonio di tutti ed è indisponibile. Anche il Consiglio di Stato deve applicare la Costituzione, alla lettera. Se non sanno la Costituzione vadano a casa e vengano addirittura arrestati, perché sono contro lo Stato”. Parole forti e provocatorie, come è nello stile di Sgarbi.
Oltre al sostegno del noto critico d’arte, il comitato però sembra aver fatto breccia anche sul ministro per i Beni e le attività culturali, Giancarlo Galan. Nei giorni scorsi, in un intervento pubblicato sul Corriere della Sera, il ministro ha espresso preoccupazione proprio per il sito archeologico di Altilia, l’antica Sepino. Galan ha preso spunto proprio da un appello della Rete dei comitati contro l’eolico selvaggio. “Da anni – avevano scritto i comitati molisani – lottiamo per difendere la nostra storia, l’identità culturale, le aree archeologiche e la nostra regione, che misura 4 mila Km quadrati, dall’invasione di 3.500 pale eoliche. Il Molise conta già 500 impianti eolici in attività che producono il 70 per cento del fabbisogno energetico annuale. Una percentuale di gran lunga superiore al limite del 20 per cento fissato dall’Unione europea per il 2020 sulle fonti rinnovabili. Purtroppo gli interessi in gioco sono potentissimi, si ipotizzano 60 miliardi di profitti per i prossimi 20 anni e di questi solo 30 milioni di euro resterebbero sul territorio del Molise. Un affare colossale che sta travolgendo ogni ostacolo, superando qualsiasi resistenza e marginalizzando ogni opposizione sociale, istituzionale, culturale o politica che sia. Le imprese dell’eolico non si fermano davanti a niente. Per loro 2.500 anni di storia del Teatro Sannitico–Italico di Pietrabbondante o della meravigliosa città romana di Saepinum-Altilia non rappresentano nulla”.
I comitati contro l’eolico selvaggio si appellano, dunque, al governo nazionale (ma anche alla Regione) per far sì che si ponga un freno a questa proliferazione di pali eolici. Chiedono che si faccia almeno in modo di salvaguardare la storia e gli scorci paesaggistici più significativi della regione.
Nel frattempo, le battaglie sul territorio continuano. Il segretario regionale della Uil beni culturali, Emilio Izzo, annuncia novità, anche alla luce dell’incontro avuto con Sgarbi a Isernia. Il sindacalista parla di importanti notizie provenienti dall’Unione europea. Le svelerà domani mattina durante una conferenza stampa convocata davanti ai pali dell’impianto eolico di Capracotta (Isernia), “tanto per non perdere d’occhio il vero tragico motivo del loro esistere: lo sfregio del territorio”, dice Izzo. Che così commenta il recente verdetto sull’impianto di Altilia: “L’ultima oscena sentenza del Consiglio di Stato in merito all’eolico selvaggio del Molise, conferma tre concetti. Il primo: ti garantisce la soccombenza se hai ragione; il secondo: garantisce la vittoria a chi ha più potere; il terzo: sentenzia che il paesaggio va valutato come uno squallido quartiere di periferia”.