In Molise la sinistra è in preda alla sindrome del sedicente vincitore

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In Molise la sinistra è in preda alla sindrome del sedicente vincitore

19 Maggio 2011

di L. C.

Alle Provinciali di Campobasso hanno vinto tutti. Almeno a parole. Ha vinto Micaela Fanelli, la candidata del Partito democratico (e degli altri partiti minori del centrosinistra): è apparsa strafelice per il 30% dei consensi ottenuti. Un buon risultato – ha commentato – che fa ben sperare per il futuro. Ha vinto anche Sinistra ecologia e libertà: ha sfondato il muro del 3%. E ha vinto l’Italia dei valori, che ha dominato a Montenero di Bisaccia, paese del lider maximo Antonio Di Pietro. Almeno, questo è ciò che si legge sul sito web del partito. Ha vinto persino Rifondazione comunista: il suo candidato, Simone Coscia, ha sfiorato il 4%. Insomma: tutti soddisfatti dopo il verdetto delle urne. Sono talmente tanti i vincitori che quasi ci si dimentica che l’unico che si è davvero messo la vittoria in tasca è Rosario De Matteis, che ha preso al primo turno il 54% dei voti.

La realtà dei fatti, a dire il vero, è ben diversa da quella raccontata dai sedicenti vincitori ed è molto semplice: De Matteis ha vinto senza ricorrere al ballottaggio e il centrosinistra ha perso. E’ stata una sconfitta pesantissima per chi, soltanto 5 anni fa, si impose al primo turno. Stavolta l’eterno braccio di ferro tra Italia dei valori e Partito democratico ha contribuito a spianare la strada al centrodestra.

Ma a uscirne con le ossa rotte è soprattutto il partito dell’ex pm di Mani Pulite. La Fanelli, sostenuta dal Pd, ha comunque superato la soglia del 30%; Pierpaolo Nagni, dell’Idv, non è arrivato nemmeno al 7%. Un tracollo. Non solo: il Partito democratico (secondo solo al Pdl) ha riconquistato la leadership del centrosinistra (11% per il partito del segretario regionale Danilo Leva; 6% per i dipietristi). Una disfatta, insomma, per Di Pietro, proprio nella sua terra d’origine. E la Fanelli non ha perso tempo per buttare sale sulle ferite dei “Di Pietro Boys”: se gli alleati avessero retto, magari si sarebbe riusciti ad arrivare al ballottaggio, ha detto la ex consulente di Iorio (ebbene sì) nell’analizzare il voto.

Sembra passata una vita da quando Tonino sentenziava: “Siamo noi a dettare l’agenda dell’opposizione, sia in Molise sia a Roma”. Queste parole, eppure, le aveva pronunciate lo scorso weekend, durante il comizio di chiusura del candidato presidente dell’Idv. Lo stesso in cui Nagni agli alleati-non alleati aveva mandato a dire: “So che ci hanno attaccato (il Pd, ndr), ma noi non rispondiamo con altri attacchi perché pratichiamo la solidarietà verso i più deboli”. Le ultime parole famose. In pochi giorni il vento è cambiato. Le Provinciali di Campobasso dicono una cosa molta chiara: l’entusiasmo dei molisani per il “loro” Di Pietro si è raffreddato. È sceso ai minimi storici. I molisani, con il voto, hanno detto di essere stanchi del suo autoritarismo e dei suoi candidati imposti con le buone o con le cattive. Sono stufi di certe spavalderie. Il Pd, invece, sta tentando di riprendersi dopo una lunga “discesa libera”.

Ma queste elezioni ribadiscono anche un altro concetto: divisi e litigiosi si perde. Lo dimostra anche il risultato delle Comunali di Agnone: la lista civica vicina al centrosinistra, qui, ha vinto. Stranamente Pd e Idv in Alto Molise non hanno fatto storie. Anzi, hanno approfittato dei contrasti interni al Pdl locale, che ha visto i suoi candidati schierarsi in due liste contrapposte. Agnone, tuttavia, rappresenta l’eccezione. Nel resto della Regione le due primedonne della sinistra continuano a punzecchiarsi. E intanto il centrodestra – già proiettato alle Regionali di novembre – governa e si preoccupa di dare risposte concrete ai problemi dei molisani.