In Nigeria la misura è davvero colma: intervengano i Caschi Blu dell’Onu
14 Luglio 2012
“Nessun paese che si dica civile può rimanere indifferente alle stragi di innocenti, divenuti obiettivo di assassini organizzati solo perché appartenenti a un credo religioso. Eppure…”. Si apre così, dopo una breve premessa, la mozione parlamentare presentata venerdì mattina presso la Sala Conferenze della Camera da tre deputate del Pdl – Fiamma Nirenstein, Eugenia Roccella e Souad Sbai. Tre donne d’estrazione e fede differenti, ma unite più che mai nel condannare con assoluta fermezza lo scempio delle stragi dei Cristiani in Nigeria e il fondamentalismo di matrice islamica.
Ecco di seguito alcuni dati, inesorabili ed inequivocabili, a dimostrazione della gravità dell’affaire nigeriano: secondo l’Osservatorio della Libertà Religiosa, nel 2012 i Cristiani uccisi nel Paese sarebbero già 600, oltre 10.000, invece, negli ultimi 10 anni. “Una grande emergenza umanitaria che va affrontata con strumenti adeguati”, sempre per citare le parole contenute nella mozione. Per tali motivi, non rimane che affidarsi a un’extrema ratio di difficile applicazione pratico-giuridica ma, allo stato attuale, unica vera strada percorribile nell’alveo delle altre flebili ed inefficaci opzioni: “Attivarsi in sede Onu affinché forze di interposizione siano inviate in Nigeria, in coordinamento con il governo nigeriano, a protezione delle Chiese cristiane e dei fedeli”.
E’ Eugenia Roccella, parlamentare del Pdl e già sottosegretario alla Salute nel governo Berlusconi, a prendere per prima la parola. Denuncia l’esistenza – non solo in Nigeria, evidentemente – di una vera e propria ‘Cristianofobia’, portata avanti mediante una strategia del doppio binario: bombe contro i Cristiani da un lato, legislazione sulla blasfemia, tanto per citare un inquietante esempio, dall’altro. Un progetto politico in chiara antitesi con quanto statuito all’art. 18 della Dichiarazione Universale dei diritti dell’uomo sulla libertà di religione e, verrebbe da dire, sulla tutela della vita in quanto tale. Insomma, pessimi se non addirittura drammatici chiari di luna. Ed in questo senso, a nulla valgono le condanne espresse dai Paesi occidentali; occorre l’intervento dei Caschi Blu delle Nazioni Unite per porre fine a tali brutali attacchi e ripristinare de facto i principi sanciti dalla Costituzione delle Costituzioni, la Dichiarazione Universale.
A seguire, l’intervento di Souad Sbai, volto a rimarcare – se ancora ve ne fosse bisogno – la criticità della situazione. Secondo la Sbai, i riflettori della Comunità internazionale (e dell’opinione pubblica italiana, ndr) si sono concentrati in maggior misura sulla crisi siriana e sul Nord Africa e hanno tralasciato del tutto il teatro dell’Africa Nera. Non solo Nigeria, però. Al centro dell’attenzione della parlamentare Pdl vi sono anche altri fronti caldi: dal Sudan, al Kenya fino ad arrivare al Mali. Tutti, neanche a dirlo, cristianofobici.
Ed ancora, le parole di Fiamma Nirenstein – Vice Presidente della Commissione Esteri della Camera: chiedere all’Onu un intervento del genere è percorso assai complesso, tuttavia appare l’unico sentiero "realista e necessario". L’estremismo islamico è in piena ed inesorabile espansione. Occorre quindi fermare tale deriva con ogni mezzo. Ed in questo senso, la difesa dei Cristiani e la lotta senza quartiere all’antisemitismo non possono non andare di pari passo.
Infine, una breve replica di Eugenia Roccella. Per la parlamentare non ci troveremmo di fronte a una guerra di religione ma a una forma, seppur eufemisticamente virulenta, di terrorismo avente come unico obiettivo l’instaurazione del califfato universale.
Sotto l’aspetto istituzionale, la mozione è stata sottoscritta da altri 17 esponenti del Pdl della Camera, oltre alle tre proponenti: in ordine alfabetico, da Isabella Bertolini a Gabriele Toccafondi e, con ogni probabilità, dovrebbe essere presentata anche al Senato. Un auspicio, poi: l’endorsement delle altre forze politiche presenti in Parlamento.