In nome di Enzo Tortora

LOCCIDENTALE_800x1600
LOCCIDENTALE_800x1600
Dona oggi

Fai una donazione!

Gli articoli dell’Occidentale sono liberi perché vogliamo che li leggano tante persone. Ma scriverli, verificarli e pubblicarli ha un costo. Se hai a cuore un’informazione approfondita e accurata puoi darci una mano facendo una libera donazione da sostenitore online. Più saranno le donazioni verso l’Occidentale, più reportage e commenti potremo pubblicare.

In nome di Enzo Tortora

In nome di Enzo Tortora

20 Maggio 2020

Fino a pochi giorni fa l’inquietante querelle Bonafede-Di Matteo sembrava aver trovato una sua ricaduta speculare, nell’arena parlamentare, con la mozione di sfiducia presentata dalla Lega e da Fratelli d’Italia in nome della lotta alla mafia. Secondo la discutibile prospettiva scelta dai firmatari, l’oggettiva inadeguatezza del Ministro in carica si sarebbe infatti manifestata, foss’anche in Bonafede, proprio nel “pasticciaccio brutto” delle scarcerazioni facili.
Nel gioco delle parti, la maggioranza avrebbe allora avuto buon gioco nel difendere l’operato del Guardasigilli, mentre l’opposizione avrebbe potuto provare ad intestarsi un piccolo avanzo di populismo giudiziario, cercando di affondare la propria lama in un’opinione pubblica inevitabilmente disorientata e di saggiare contestualmente gli ipotetici smottamenti in terra pentastellata.
A fronte di semplici fibrillazioni interne alla galassia giustizialista, sarebbe allora rimasto ben poco di cui discutere seriamente. Nella gara fra i migliori puledri dell’Antimafia da talk show di santoriana memoria, il Governo avrebbe infatti proseguito serenamente la sua corsa mentre la giuria autorevolmente presieduta da Marco Travaglio avrebbe poi avuto modo di assegnare con tutta calma i migliori trofei, senza rinunciare al contempo ad eventuali note di demerito.
La recente iniziativa della Senatrice Bonino ha allora avuto il merito di ricollocare un volgare battibecco televisivo all’interno della storia d’Italia, issando orgogliosamente la bandiera della separazione dei poteri e delle garanzie individuali, senza la quale l’impegno politico, sociale e civile in cui tutti ci riconosciamo nella ferma ed incessante lotta alla criminalità organizzata finisce per trasformarsi in arbitrio.
Ove mai fosse stato ancora necessario, sono state poi le intercettazioni di Perugia a ricordarci quali pericolose dinamiche spartitorie si nascondano dietro il totem dell’indipendenza della Magistratura e quale orrendo potere dispotico resti affidato a quegli organi di stampa che si riservano il diritto di dileggiare e di far dimettere l’intercettato di turno.
Forza Italia non ha fatto mancare la sua voce, in continuità con l’impegno da sempre coerentemente  profuso su questi temi da Giacomo Caliendo e da Enrico Costa, mentre la Presidente Casellati ha avuto modo di ricordare, nell’assordante silenzio del Quirinale, il doveroso rispetto istituzionale cui avrebbe dovuto soggiacere un membro del CSM come Di Matteo.
Dopo tre mesi di conferenze stampa, di DPCM e di decreti legge omnibus la Senatrice Bonino ha poi ricordato a tutti che in Italia vige ancora il regime parlamentare ed ha offerto al suo Collega di Rignano la possibilità di dimostrare che alcuni principi non possono essere merce di scambio e che la giustizia spettacolo che hanno in mente Travaglio, Davigo e Bonafede è cosa diversa da quella in cui credono i cittadini italiani e i tanti magistrati che lavorano con impegno e professionalità all’unico scopo di garantire l’applicazione della legge.
Ma quali che saranno le scelte di Matteo Renzi, la mozione simbolicamente presentata in nome di Enzo Tortora, che pagò a caro prezzo proprio le deviazioni del carrierismo giudiziario, ricorda a tutti noi quale dovrebbe essere la posizione delle attuali forze di opposizione, specie al cospetto di un partito democratico che ha da tempo sacrificato ogni principio sull’altare del consenso e della governabilità.