In Olanda il “piano inclinato” non si ferma: via libera all’eutanasia per demenza senile

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In Olanda il “piano inclinato” non si ferma: via libera all’eutanasia per demenza senile

In Olanda il “piano inclinato” non si ferma: via libera all’eutanasia per demenza senile

27 Aprile 2020

Via libera all’eutanasia per i malati di demenza senile acuta nei Paesi Bassi, se il consenso del malato era stato precedentemente prestato, ma non rinnovato.
E’ quanto stabilito dalla Corte Suprema dell’Aia che ha recentemente assolto un medico che praticò l’eutanasia su una donna di 74 anni malata di Alzheimer, nonostante l’opposizione dei suoi familiari. Questi ultimi infatti ritenevano che la donna avrebbe potuto cambiare opinione rispetto a quando lei stessa aveva messo per iscritto le sue volontà. L’eventualità prospettata dalla famiglia della donna è stata però esclusa dal giudice della Corte Suprema Willem van Schendel, che con questa decisione ha avallato una prassi attuata nel Paese che per primo al mondo ha legalizzato la pratica eutanasica. Una prassi tuttavia eseguita raramente: da quando l’eutanasia fu introdotta nei Paesi Bassi 18 anni fa infatti meno di una ventina di pazienti con demenza grave ne ha fatto richiesta.
Secondo il diritto olandese le condizioni per la concessione dell’eutanasia sono tre: due medici devono attestare che non via sia altra “soluzione ragionevole”, che la condizione di salute del paziente sia “senza speranza”, cioè non soggetta a miglioramento e che la sofferenza sia “insopportabile”.
Ciò che è stato stabilito giudizialmente però è che se il consenso non può essere rinnovato da parte del paziente e quindi anche se la volontà al riguardo potrebbe essere mutata ma non è possibile accertarla per via dello stato di avanzamento della malattia, il medico potrà procedere ugualmente all’eutanasia e non sarà per questo punibile.
Ergo una volontà espressa in tempi orsono, in circostanze di salute diverse, sarà cristallizzata e irremovibile se dichiarata in favore dell’eutanasia, anche se i familiari del paziente si dovessero esprimere in senso contrario.
La decisione delicatissima sulla propria vita viene quindi rimessa nelle mani del medico e in quelle dichiarazioni espresse in passato, anche lontano e che magari ora non troverebbero più accoglienza dalla stessa persona che le ha espresse. Non si può tornare indietro quindi e di fatto con questa pronuncia si allargano le maglie dell’applicazione dell’eutanasia.
Ancora una volta, la via percorsa dalla giurisprudenza olandese è quella che volta le spalle al principio del favor vitae, cardine di ogni civiltà, e che conferma che nei Paesi Bassi è vietato cambiare opinione per i malati di demenza grave su un bene così prezioso come la vita stessa.