In piazza il terzo turno delle presidenziali francesi
19 Novembre 2007
Per la Francia questa è una settimana molto importante. Lo sciopero dei lavoratori dei trasporti pubblici sta mettendo in ginocchio il lavoro e l’economia francese. Ma il gioco è ancor più importante dell’attualità.
Può una minoranza, talvolta ridottissima, imporre la propria volontà ad una maggioranza, che va anche al di là della maggioranza politica? Ci sono fatti talmente gravi da poter giustificare questo ribaltone della democrazia? No, non ci sono; né la democrazia francese potrà sopportare a lungo queste violenze. Sarkozy vinse le elezioni proponendo tra l’altro l’abolizione dei regimi pensionistici “speciali” per alcune categorie di lavoratori pubblici. Provvedimento condiviso da tutti gli altri lavoratori, “non speciali”, anche per il vecchio motto della Rivoluzione francese, “ liberté, égalité, fraternité”.
E’ quindi normale che, a quanto sembra, due terzi dei francesi siano contrari a questi scioperi (e cioè stia con la maggioranza anche gran parte dell’opposizione). Ma questa situazione non deve meravigliare. In campagna elettorale per le presidenziali passò inosservata la frase del leader della sinistra radicale, Besancenot, che in autunno ci sarebbe stato il terzo turno delle elezioni presidenziali, dopo il ballottaggio e la vittoria di Sarkozy.
Con grande superficialità, anche la candidata socialista Royal, lasciò passare questa…minaccia (o addirittura la fece propria). Ed ecco il terzo turno: quello della piazza. Lo sciopero dei ferrotranvieri si unirà a quello dei dipendenti pubblici, previsto per il 20 novembre: e poi a quello degli studenti, per la verità molto confuso e contraddittorio.
La Francia di Besancenot è in piazza: i sindacati fungono solo da cinghie di trasmissione. Ma nella fretta di paralizzare il Paese (già da una settimana i mezzi pubblici funzionano a singhiozzo, con un costo giornaliero, valutato solo per le Ferrovie, che va da 20 a 50 milioni di Euro al giorno), forse Besancenot ha sottovalutato il tema della lotta. Se c’è una cosa impopolare, da sempre, questa è il privilegio di alcuni sugli altri: perché tutti vanno in pensione con 40 anni di contributi e i ferrovieri o altri con 38 o meno? I lavori usuranti esistono e sono moltissimi.: non i pochi e “speciali” di Besancenot, che al contrario sono del tutto normali, se non privilegiati. Pochi “macchinisti” sono in condizione di mettere in ginocchio un Paese.
E’ usurante e “speciale” il mestiere di macchinista? nel 2007? con i quadri di comando dei treni (in Giappone stanno cominciando a guidarli da terra) e la divisa da …ufficiali? non a spalare carbone per le locomotive! e nei trasferimenti, spaparacchiati in comode poltrone di prima classe, in scompartimenti riservati, in compagnia del personale viaggiante, che si attribuisce qualche …attimo di riposo. E tutta la massa di impiegati e operai delle Ferrovie o metropolitane, cosa ha di “speciale” agli effetti della propria pensione? Basta con questi “speciali” dicono in Francia, come si dovrebbe dire ovunque. Ma come fa il Besancenot di turno a lottare a fianco dei precari , mentre difende e porta in piazza questi privilegi ? La tecnica è solo leninista e come tale deve essere trattata, con la pazienza e la politica. E infatti dicono che questa piazza sia stata quella preferita da Sarkozy, per svalutare il movimento e poi arrivare ad una soluzione contrattata da una posizione di forza. E sembra che proprio questo stia succedendo : il 21 i sindacati siederanno al tavolo delle trattative , Azienda per Azienda : avevano rifiutato questa proposta già da una decina di giorni. Lo Stato sarà presente alle trattative.
E Besancenot ? Darà fuoco a qualcosa ? E i cosiddetti socialisti ? non si sa dove siano andati a finire : la Royal invece sta presentando un suo libro….