In Piemonte il Tar vuole ricontare i voti di Cota. Pdl-Lega: “Sentenza politica”
16 Luglio 2010
In Piemonte l’era del governatore Cota è appesa a quindicimila voti. Sono quelli di due liste elettorali collegate all’allora candidato presidente del centrodestra che secondo il Tar vanno ricontati uno ad uno. I giudici del Tribunale amministrativo hanno accolto in parte uno dei ricorsi presentati da Mercedes Bresso, governatore uscente, ricandidato nello schieramento di sinistra e sconfitto alle regionali del marzo scorso.
Nel mirino dei giudici le schede di “Al Centro con Scanderebech" (oltre dodicimila voti) e "Consumatori" (circa tremila) che dovranno essere verificate. In sostanza il Tribunale vuole appurare quanti dei circa quindicimila voti che fanno capo alle due liste sono stati assegnati solo alla lista o alla lista e al candidato presidente. Un caso che ha già scatenato un vespaio di polemiche con la sinistra che canta vittoria ed è già convinta che i piemontesi torneranno alle urne: la Bresso si dice pronta ma il potenziale candidato è un altro: Sergio Chiamparino (il quale però ci va coi piedi di piombo). I Radicali invece, esultano a metà protestando per il “parziale” pronunciamento del Tar.
Ma a ben guardare la vicenda evidenzia anche un problema di tipo più pratico e non per questo meno irrilevante. Oltre al riconteggio dei quindicimila voti, il Tar ha sospeso il giudizio su un analogo ricorso relativo alla lista “Pensionati per Cota” fissando l’udienza al 7 ottobre. Decisione presa – è stato spiegato – per consentire ai ricorrenti di presentare querela per falso (avranno a disposizione sessanta giorni di tempo).
Dunque, occorrerà attendere l’autunno, cioè tre mesi. E nel frattempo, è la domanda? Il rischio reale, spiegano dal centrodestra, è che le decisioni sul piano amministrativo e quello legislativo assunte in questo lasso di tempo potrebbero essere dichiarate nulle se i giudici decideranno di invalidare il risultato elettorale. E’ giusto tutto ciò? Come è possibile lasciare appesi i piemontesi a un verdetto definitivo che si conoscerà solo tra tre mesi? Certo, questa è la legge, ma gli interrogativi non sono campati in aria perché si tratta del governo del territorio e di una comunità i cui tempi e le cui necessità, evidentemente, non corrispondono a quelli previsti dalla norma.
Roberto Cota annuncia il ricorso al Consiglio di Stato contro la sentenza del Tar e assicura che no, lui non si farà “fiaccare” da questa situazione che giudica assurda: “Il risultato è chiaro: io ho vinto le elezioni proprio per i voti dati al presidente che si attribuiscono in diversi modi, con voto congiunto e con voto disgiunto, in base a quanto prevede la legge”. Poi l’affondo: “Per qualcuno queste elezioni non avrei dovuto vincerle”. Messaggio per Bresso e compagni.
Altrettanto netto il giudizio del coordinatore regionale del Pdl Enzo Ghigo per il quale “il governo del Piemonte è legittimo, chi lo mette in dubbio si sbaglia". Il punto, ribadisce, è che non si comprende perché una lista accettata prima del voto debba essere trattata in modo diverso dalle altre liste. Questa difficoltà, comunque ci metterà nelle condizioni di accelerare alcuni procedimenti decisionali che abbiamo in mente, perché noi vogliamo lasciare il segno nella regione per almeno i prossimi cinque anni”.
Dal quartier generale della Lega, il ministro Calderoli commenta sarcastico: “A questo punto cambiamo l’articolo 1 della Costituzione, che al secondo comma recita che la sovranità appartiene al popolo e non dice invece che appartiene ai Tar, come viceversa si dovrebbe dedurre dopo la sentenza del Piemonte”. E la critica rivolta ai giudici è quella di non aver tenuto in “nessun conto la legge elettorale del Piemonte, i due precedenti pronunciamenti su medesime vicende da parte dei tribunali di Asti e di Cuneo, e le istruzioni e le modalità di espressione del voto distribuite dal ministero dell’Interno”.
Insomma, il sospetto per il ministro della Semplificazione, è che si tratti di una sentenza “politica”. Non a caso dice di non vedere nella sentenza “una serenità di giudizio che forse può essere condizionata da stress di natura non giudiziaria…”. In attesa che arrivi ottobre, sulla vicenda intanto le opposizioni monteranno per mesi un polverone mediatico-politico mentre i cittadini dovranno adeguarsi ad una condizione che loro stessi avevano determinato preferendo Cota alla Bresso e che adesso viene parzialmente rimessa in discussione dalla sentenza di un Tribunale.
E se l’ex presidente della Regione dice che le "regole valgono", dovrebbe anche sapere che la prima regola della democrazia è la sovranità popolare che si manifesta nelle urne. E’accaduto nelle altre regioni al voto quattro mesi fa, è accaduto anche in Piemonte. Dove la differenza sostanziale tra il prima e il dopo, sta nel fatto che gli elettori hanno punito l’operato di Mercedes Bresso e premiato il programma di Roberto Cota.