In Portogallo il centrodestra vince ma Coelho potrebbe riprendersi i socialisti
06 Giugno 2011
Pedro Passos Coelho sarà il nuovo primo ministro portoghese. E con lui, dopo sei anni di governo socialista, il centrodestra torna al timone del Paese. Così, a due settimane dalla sconfitta subita dal Psoe di Josè Luis Zapatero alle amministrative spagnole, in Portogallo il Ps di Josè Socrates, ieri, è uscito rumorosamente di scena.
Il Psd (Partito Socialdemocratico), ovvero il centrodestra portoghese, ha battuto la sinistra ottenendo il 38,6 per cento delle preferenze che, sommate a quelle ottenute dagli alleati del Cds-Pp (il Centro democratico sociale con il Partito popolare), l’11,7 per cento, sono valse alla coalizione la conquista della maggioranza assoluta dei seggi in Parlamento: 129 su 230. I socialisti, invece, si sono fermati al 28,1 per cento aggiudicandosi 73 poltrone. L’astensione ha toccato il 42 per cento, un record storico. Secondo alcuni analisti il risultato del voto è senza dubbio da ritenersi una sanzione contro Socrates, considerato dalla maggioranza dei portoghesi il responsabile del dissesto finanziario del Paese.
Socrates, non appena terminato lo scrutinio, si è subito assunto la responsabilità della disfatta del centrosinistra presentando le dimissioni da leader del partito dopo aver comunicato di voler lasciare l’incarico “per non condizionare le scelte della nuova direzione”, che ora verrà eletta da un congresso straordinario.
Dal canto suo il neo eletto premier Coelho, a margine dei risultati elettorali, ha assicurato che il Portogallo è pronto a ripartire con il passo giusto senza essere più di peso né all’Unione europea né al Fondo monetario internazionale. Obiettivo primario: la riconquista dei mercati internazionali e della loro fiducia.
Dunque, terminati i festeggiamenti, Coelho dovrà rimboccarsi le maniche per applicare le pesanti misure imposte al Portogallo dall’Ue, dal Fmi e dalla Bce in cambio del salvataggio da 78 miliardi concessogli nel maggio scorso per evitare un probabile default. I portoghesi, invece, dovranno fronteggiare almeno tre anni di sacrifici, con un imminente aumento delle tasse, la riduzione dei salari e il rincaro per le tariffe dei trasporti. Insomma, una patata bollente che il nuovo esecutivo dovrà saper maneggiare con estrema cura.
Proprio per questo il nuovo governo potrebbe ora chiedere il sostegno del centrosinistra. Con Socrates alla guida del Ps, infatti, i leader dei popolari avevano escluso qualsiasi alleanza. Ma ora che la direzione dei socialisti potrebbe passare ad Antonio Josè Seguro, amico di Passos Coelho, potrebbe realizzarsi quello schema di grande coalizione che servirebbe al Portogallo per uscire dalla più grave crisi mai affrontata dalla fine della dittatura.