
In Sardegna l’economia cresce con medie imprese e Credito Popolare

10 Novembre 2010
Nel 2009, la fase recessiva dell’economia regionale, iniziata nell’anno precedente, è fortemente peggiorata in conseguenza del diffondersi degli effetti della crisi economico-finanziaria mondiale. In base ai dati resi disponibili dallo Svimez si è accentuata, infatti, la contrazione del prodotto interno lordo la cui variazione negativa è stata pari al 4,3%, un valore lievemente inferiore a quello registrato a livello nazionale (5,1%).
Al peggioramento del quadro macro economico hanno contribuito principalmente i risultati del settore industriale e quello delle costruzioni. Ciò ha reso ancora più preoccupanti le condizioni già difficili del mercato del lavoro, che si è ulteriormente deteriorato provocando un aumento del numero di disoccupati in special modo fra i giovani.
In particolare, nel corso del 2009 si è accentuata la debolezza della domanda interna accompagnata da una minore domanda estera, con la conseguenza che le esportazioni sono calate decisamente. Le difficoltà più rilevanti sono state riscontrate nell’industria della chimica e dei metalli di base: in questi comparti si è verificato un numero importante di crisi aziendali a cui è seguito un notevole ricorso agli ammortizzatori straordinari.
Di fronte ad uno scenario così difficile, le Banche Popolari, fortemente radicate nell’isola con 4 istituti appartenenti alla Categoria per un totale di 416 sportelli pari ad una quota di mercato, nella regione, del 62%, hanno intensificato in Sardegna le loro politiche fondate sulla qualità delle relazioni con la clientela e su un modo di “essere e fare banca” orientato a strategie di crescita di lungo periodo in ogni area economico-territoriale.
La vicinanza ed il rapporto fiduciario con la clientela ha trovato un concreto riscontro nei dati più recenti relativi al mese di settembre 2010, in cui il totale degli impieghi è cresciuto del 4,2%, per un totale di circa 6,5 miliardi di euro di credito erogato. Nel dettaglio, dall’andamento moderato dei prestiti alle imprese emerge una crescita più vivace (+2,9%) per quelle di medie dimensioni.
Il risultato ambivalente dei finanziamenti ad imprese deriva dalla conformazione del tessuto produttivo dell’isola, prevalentemente focalizzato sull’agricoltura e caratterizzato da uno sviluppo contenuto dell’attività imprenditoriale delle aziende minori. Ciò è riconducibile a due motivi principalmente, il primo è la presenza di una insufficiente rete infrastrutturale che, chiaramente, ostacola la crescita delle imprese e il secondo è legato alla storia del credito nella regione, per moltissimi anni erogato da un istituto di Diritto Pubblico con il compito istituzionale di favorire progetti di investimento di ampia dimensione che rispondessero ad esigenze e necessità di carattere sociale e nazionale, trascurando, quindi, un possibile sviluppo dal basso di un tessuto imprenditoriale a livello regionale.
L’evoluzione registrata dai mutui cresciuti, sempre nel mese di settembre, del 6,4% rispetto a dodici mesi prima, conferma ulteriormente come il rapporto con le famiglie, la valorizzazione delle aree territoriali e la conoscenza delle esigenze della clientela, rappresentino tuttora il valore aggiunto e la caratteristica distintiva delle banche del territorio.
La reazione e l’impegno costante alla difficile congiuntura, conseguente alla caratteristica di essere banche a vocazione localistica, ha permesso al Credito Popolare di incrementare quantitativamente e qualitativamente i rapporti con la clientela nell’isola, dimostrandosi interlocutore affidabile che pone al centro dell’attività lo sviluppo della realtà locale, nella quale opera e a cui resta strettamente legato.
*Segretario Generale, Associazione Nazionale fra le Banche Popolari