In South Carolina sapremo se Romney sarà davvero l’anti-Obama

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In South Carolina sapremo se Romney sarà davvero l’anti-Obama

17 Gennaio 2012

Oltre a essere stato il giorno del ritiro di Jon Huntsman, l’ex governatore dello Utah ed ex-ambasciatore statunitense in Cina sotto l’amministrazione Obama, dalla corsa alla nomination del Gop, ieri è stato  anche l’occasione per uno dei dibattiti televisivi più importanti nelle primarie Repubblicane. Nel suo discorso d’abbandono, l’ex-governatore dell’Utah, benché con i dovuti distinguo, ha fatto il suo endorsement a Mitt Romney, “quello con più chance di battere Barack Obama”.

Huntsman lo ha fatto nel giorno del dibattito Fox News – Wall Strett Journal, quello decisivo per la battaglia nelle primarie Repubblicane del South Carolina, il cui voto si terrà tra poco più di quattro giorni, il 21 Gennaio prossimo. E’ stato un dibattito serrato quello di ieri notte, con solo cinque candidati sul palco: il favorito tanto a livello nazionale quanto in South Carolina, Mitt Romney; Newt Gingrich, l’ex-speaker della Camera dei Rappresentanti dato da alcuni sondaggi a soli due punti percentuali dietro a Romney (rilevazione effettuata da Augusta Chronicle/ Savannah Morning News in South Carolina e pubblicato lo scorso 11 Gennaio); Rick Santorum, il candidato che ha ricevuto in Iowa il dono del secondo posto dopo Romney; il libertario Ron Paul; e infine il governatore del Texas, Rick Perry.

Se si pensa che la convention Repubblicana si terrà a Tampa (Florida) alla fine di Agosto, ci si rende conto che ben presto la corsa potrebbe farsi ristretta, se non solitaria per Romney.

Sul palco i candidati se le sono date di santa ragione – com’è giusto che sia. In particolare Newt Gingrich e Mitt Romney si sono attaccati sui super-Pac, i super “political action committee” che sostengono questo o quel candidato e che divulgano gli spot elettorali negativ, detti negative ads. I due candidati, dotati rispettivamente di due opposti super-Pac, Restore Our Future (Romney) e Winning Our Future (Gingrich), si sono affrontati duramente sul ruolo da dare a questi strumenti propagandistici che, paradossalmente, possono sostenere un candidato ma sulle cui attività di comunicazione i candidati non hanno "ufficialmente" alcuna presa. Un sistema che permette, di fatto, la diffamazione senza conseguenze civili o penali per il candidato indirettamente sostenuto.

A parte ciò, Romney si è difeso sul suo passato in Bain Capital. Quanto a Gingrich ha ricevuto la prima standing ovation per un candidato GOP durante un dibattito per la nomination 2012. L’ex speaker della Camera dei Rappresentanti lo ha ricevuta quando ha dichiarato che a suo avviso il sistema educativo secondario pubblico dovrebbe tornare ad essere in mano alla contee, in un condiviso lavoro di squadra tra genitori e insegnanti sul piano locale, mettendo alla porta il ruolo del governo federale. 

E’ una partita cruciale quella del South Carolina: se Romney riuscirà ad aggiudicarsi questo stato, una ‘terra conservatrice’ per un “moderato del Massachusetts” – come lo ha definito Newt Gingrich – difficilmente il candidato Romney incontrerà sulla sua via altro serio ostacolo. In un sondaggio realizzato da Fox News e pubblicato alla vigilia del dibattito di ieri, emerge che ormai il 40% degli intervistati ritiene che Romney sia favorito per ottenere la nomination Repubblicana, seguito da Rick Santorum al 15% e da Newt Gingrich al 14%.

Dopo le primarie in South Carolina, il circo delle primarie Repubblicane si sposterà in Florida, dove la macchina elettorale di Romney è già in moto da mesi e dove i suoi manager portano avanti una campagna elettorale mediatica pressante.

Il 21 Gennaio prossimo sapremo se esistono ancora delle chance che a guidare il GOP alle elezioni contro Barack Obama sia un moderato alla Romney oppure un “Reagan conservative”, un conservatore alla Reagan, alla Gingrich-Santorum. Quanto a Ron Paul, come ha scritto lo scorso Venerdì Charles Krauthammer sul Washington Post, la sua campagna elettorale è al massimo una testimonianza libertaria dentro il partito Repubblicano.