In Spagna Podemos vuole il compromesso storico
21 Dicembre 2015
"La Spagna non sarà pià la stessa" e siamo davvero felici", lo ha detto Pablo Iglesias, il leader di Podemos, che entra nel parlamento spagnolo come terza forza politica dopo il voto di domenica. Nella Camera Bassa del Parlamento, il Partito Popolare ottiene 123 seggi, troppo pochi per raggiungere quel 186 seggi necessari a formare un governo. 90 seggi vanno ai socialisti, mentre Podemos ne ottiene 63 e i liberali centristi di Ciudadanos 40.
I popolari non possono ambire a un governo perché non basterebbe neppure l’alleanza con Ciudadanos per ottenere la maggioranza, né fino adesso si è parlato di ipotetiche "larghe intese" tra il partito di Rajoy e i socialisti. "Il nostro partito resta ancora la prima forza politica in Spagna," ha detto Rajoy, ma per il leader socialista Pedro Sanchez "la Spagna vira a sinistra", una dichiarazione che allude a possibili aperture verso Podemos e Ciudadanos per formare un’altra eventuale maggioranza. Una sorta di "coalizione degli sconfitti" come è accaduto in Portogallo nei mesi scorsi.
E’ stata comunque una domenica storica per la Spagna, che rompe il tradizionale schema bipartitico che aveva caratterizzato la storia democratica del Paese dopo la fine del regime franchista. Gli analisti prevedono che serviranno settimane per capire chi governerà la Spagna e che ruolo avranno Podemos e Ciudadanos considerando il forte consenso che le due nuove forze politiche hanno ottenuto dopo le elezioni. Sta di fatto che l’elettorato ancora una volta tende a punire i governi come quello di Rajoy che hanno seguito le politiche di austerity, premiando invece quelle forze che, almeno in Spagna, si sono battute per trovare soluzioni all’alto tasso di disoccupazione del Paese e superare lo status quo.