In tempo di crisi, le banche popolari sostengono famiglie e imprese

LOCCIDENTALE_800x1600
LOCCIDENTALE_800x1600
Dona oggi

Fai una donazione!

Gli articoli dell’Occidentale sono liberi perché vogliamo che li leggano tante persone. Ma scriverli, verificarli e pubblicarli ha un costo. Se hai a cuore un’informazione approfondita e accurata puoi darci una mano facendo una libera donazione da sostenitore online. Più saranno le donazioni verso l’Occidentale, più reportage e commenti potremo pubblicare.

In tempo di crisi, le banche popolari sostengono famiglie e imprese

In tempo di crisi, le banche popolari sostengono famiglie e imprese

20 Ottobre 2011

 

La crisi finanziaria nelle ultime settimane si è mostrata ancora piuttosto stringente, e ha messo sotto gli occhi di tutti le conseguenze concrete provocate da una finanza che sempre meno serve a reperire risorse per l’economia reale, mostrandosi più incline ad attività speculative aventi come unico obiettivo quello di assicurare profitti elevati, in breve tempo, a pochissime persone.

Nel 2010 l’economia mondiale è tornata a crescere ad un ritmo sostenuto, si stima che il PIL sia aumentato del 4,8% e il commercio internazionale del 12%. Nei primi sei mesi di quest’anno, il nostro Paese ha mostrato lievi ma evidenti segnali di ripresa, ma l’ultima parte del 2011 si prospetta come un periodo difficile dal punto di vista economico e sociale, non solo per l’Italia, ma per tutto il mondo occidentale e per i paesi europei in particolare, che sono stati colpiti dalla speculazione internazionale. Tale attacco è basato sulla scommessa secondo la quale nel caso in cui alcuni partner dell’Unione Europea non riusciranno a restituire i propri debiti, questi non potranno essere assistiti dagli altri paesi “perché troppo grandi da salvare”.

Preoccupazione emerge, inoltre, dalle recenti indagini del mese di agosto sul clima di fiducia, che mostrano un arretramento per quello dei consumatori: tale indicatore, che si configura come un ottimo anticipatore della dinamica dei consumi, desta apprensione, poiché un’ulteriore contrazione, negli ultimi mesi dell’anno, si rivelerebbe di particolare gravità per il nostro Paese.

A tre anni dalla presa di coscienza di tutta la complessità della crisi poco è cambiato sul piano delle regole internazionali e le “cattive prassi operative” degli speculatori sono tornate routine. Eppure, lontano dai riflettori, operano soggetti che sviluppano modelli di banca alternativa e attenta al bene comune, sempre più cittadini guardano alle Banche Popolari come a una soluzione per le proprie esigenze nel rispetto della sostenibilità.

I dati della Categoria, tuttavia, continuano a registrare tendenze positive e una dinamica regolare, con gli impieghi hanno evidenziato un incremento su base annua del 3% ad ottobre. Sono state ancora una volta le piccole e medie imprese le referenti principali dei finanziamenti, con 31 miliardi di euro di nuovi crediti nei primi 9 mesi dell’anno, il 4% in più rispetto allo stesso periodo del 2010. Tale valore, per questo mese, rappresenta un massimo storico se confrontato con gli anni passati, anche quelli precedenti alla crisi finanziaria, e garantisce alla piccola e media imprenditoria, soggetto essenziale al nostro tessuto economico, il supporto e la fiducia indispensabili in quest’impegnativa e lunga fase della congiuntura anche attraverso dei tassi concorrenziali. A settembre, infatti, tasso sui prestiti inferiori al milione di euro, che approssima il credito alle PMI, è rimasto sostanziante stabile sul valore del 4,1%.

Le Banche Popolari seguono con pari attenzione l’attività fondamentale delle famiglie italiane, come testimoniato dai nuovi crediti erogati per l’acquisto di abitazioni, che nei primi 9 mesi dell’anno hanno superato i 10 miliardi di euro, questo anche alla luce della minore onerosità dei prestiti, come dimostrato dalla dinamica del relativo tasso d’interesse che è sceso a settembre di 15 basis point, .

Segnali positivi provengono anche dalla raccolta patrimoniale che, a settembre, ha registrato un incremento del 6%, generato prevalentemente dalla crescita della componente obbligazionaria (+17,6%), la quale rimarca, ancora una volta, la fiducia riposta dalle famiglie negli istituti del territorio.

* Segretario Generale Associazione Nazionale fra le Banche Popolari