In “Tutte le volte che ce l’abbiamo fatta” c’è anche l’esempio dell’Abruzzo

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In “Tutte le volte che ce l’abbiamo fatta” c’è anche l’esempio dell’Abruzzo

05 Dicembre 2012

Nutrire  un attaccamento viscerale alle origini, all’odore della propria terra accarezzata dal sole, ai secoli di storia ed alle sue eroiche conquiste, a quel “senso d’italianità” che scorre nelle vene e che ci fa sentire baciati dalla fortuna e fieri di essere nati proprio a queste latitudini, già sulle prime note dell’inno di Mameli, assecondando il ritmo dell’arte, della bellezza, della tradizione. Eppure – orgoglio e fierezza a parte – la nostra cara e bella Italia soffre, non ha più la fiducia e l’energia necessarie per rimettersi in pista con slancio, riposizionandosi sullo scacchiere internazionale fra i competitor temibili. Si parla di giganti, di tigri, facendo riferimento a paesi dalla curva economica crescente, che nella ‘giungla economica mondiale’ lasciano col fiato sospeso i tradizionali “big” e generano un moto perpetuo di competitività per la supremazia d’idee innovative che sfiorano il geniale, per  acquisire il primato assoluto di brevetti che rivoluzionano la vita.

“L’Italia è un paese che si sottovaluta – scrive il direttore del quotidiano romano ‘Il Tempo’  Mario Sechi, parlando del suo ultimo libro: ‘Tutte le volte che ce l’abbiamo fatta. Storie d’italiani che non si arrendono’ -. E’ ferma sulla soglia del mondo, abitata da irrimediabili Peter Pan” – incalza l’autore, chiedendosi il perché della nostra incapacità di salire sul cavallo bianco della storia e come sia possibile vivere in un luogo intriso di memoria che paradossalmente pare privo di una memoria stessa. “Perché abbiamo costruito il futuro e non riusciamo a viverlo?”. Questo il vero nodo da sciogliere insieme ad altri interrogativi dalla duplice accezione, introspezione psicologica per ‘vivisezionare’ l’anima di un’Italia ferita, momentaneamente incapace di cogliere l’escamotage che la guidi fuori dal vortice in cui è piombata e proiezioni esterne, cause esogene che ne hanno condizionato il destino, dirottando il suo percorso di crescita e sviluppo.

Ma gli “italiani che non si arrendono”, si mantengono sempre a galla nonostante la tempesta, aggrappandosi ai propri ideali, ispirandosi a fasi costruttive del passato, a figure carismatiche che hanno lasciato una firma indelebile sul grande tomo della storia, plasmando quello spirito d’italianità che ci caratterizza. Ravvivare  il ricordo di "tutte quelle volte che ce l’abbiamo fatta”, è motivante per rafforzare quello spirito, talvolta sopito. Significa scrutarsi dentro alla ricerca di valori e qualità che hanno reso il Belpaese unico, stimolando nuova linfa e speranza, nonostante i venti e gli eventi paiano avversi. Ci vuole una gran forza per resistere ai tentacoli di una crisi mondiale che soffoca sogni ed aspirazioni,proprio come riconosce l’autore.

La tappa abruzzese della presentazione del suo libro, nella Sala San Carlo del Museo Archeologico di Teramo, viaggio virtuale attraverso le vicende della storia italiana rivissute attraverso lo sguardo di figure emblematiche – rappresenta un momento particolarmente simbolico. Occasione di confronto tra un paese che resistendo, pian piano vuole rialzare il capo ed una regione, che nel suo piccolo, ha raggiunto risultati eclatanti. Coltivare la speranza  di tornare ad esser grandi proprio in casa di chi quel sogno è riuscito a trasformarlo in realtà può essere di buon auspicio.

“L’emergenza del paese resta grave – esordisce il Governatore Chiodi- sono molte le sfide che l’Italia si trova ad affrontare al giorno d’oggi”. Tenacia e spirito di sacrificio, questi i requisiti per contrastare i pericoli della crisi finanziaria e l’insidiosa minaccia della recessione. A suggerire la strategia vincente in un momento congiunturale critico, come quello attraversato dall’Abruzzo nel biennio 2007-2009, in cui i conti non quadravano e si è sfiorato il default, è proprio Gianni Chiodi, colui che ha portato l’Abruzzo a centrare gli ambiziosi  obiettivi posti  sull’agenda politica del suo governo. In netta controtendenza col resto del paese,oltre previsioni ed aspettative, è divenuto esempio di virtuosismo e fonte d’incoraggiamento. Impegno e  sacrificio, se accompagnati da onestà e trasparenza e motivati da una missione politica al servizio dei cittadini, generano un sistema vivace e dinamico, aprendo il sipario su scenari rosei di crescita e sviluppo, in grado di schiarire persino le tinte fosche del pessimismo nazionale.

Il giornalista, opinionista ed esperto di politica, alla presenza del Governatore Chiodi  guiderà i presenti in un viaggio attraverso la storia, l’arte e l’economia del Belpaese. Una scoperta scientifica geniale come quella di Fermi, o la vis ironica di un personaggio come Alberto Sordi che ha segnato la storia della nostra pellicola, le ‘mani di fata’ con cui le Sorelle Fontana cucivano capolavori sartoriali, il dna dell’Italia comprende questi “geni” e tanti altri ancora. Negli ultimi tempi, non si parla mai di rassegnazione e nonostante la disillusione, c’è chi continua ancora a sognare. Proprio affinché questi sogni non restino lettera morta ma possano scrivere tante altre pagine di una grande storia, l’Italia deve riacquisire fiducia nelle sue chance, divenendo nuovamente l’artefice in grado di cambiare  il corso degli eventi,con fiducia ed ottimismo. Come L’Abruzzo docet!