In un momento delicato la politica discute e l’impresa dà il buon esempio

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In un momento delicato la politica discute e l’impresa dà il buon esempio

21 Settembre 2012

Se la politica hai suoi tempi, l’impresa ne ha altri. E così, mentre ancora si dibatte sull’accorpamento delle quattro province abruzzesi, che la spending review del governo ridurrà obbligatoriamente a due, Confindustria dà il buon esempio e gioca d’anticipo. I consigli direttivi di Confindustria Pescara e Chieti, infatti, in un incontro congiunto con i presidenti Enrico Marramiero e Paolo Primavera, hanno posto le basi per la fusione delle due realtà. Nulla a che vedere con le beghe ed i campanilismi che stanno rendendo decisamente troppo accidentato un percorso sì difficile ma comunque necessario e che buon senso vorrebbe, rendere meno complicato possibile.

Eppure sta accadendo il contrario, con gli amministratori locali ostinati nella difesa delle proprie prerogative con il rischio di perdere di vista l’obiettivo finale. I vertici imprenditoriali, invece, hanno deciso di ragionare diversamente e prendendo ad esempio l’esperienza illustrata da Maurizio Tarquini, direttore generale di Unindustria Lazio, associazione nella quale sono confluite tutte le strutture Provinciali di Confindustria del Lazio con la sola eccezione di Latina, stanno seguendo al stessa strada.

Un modello quello di Unindustria Lazio, che ha rafforzato le convinzioni su attualità e validità del progetto elaborato dalle due Confindustrie. La nuova realtà Confindustria Chieti-Pescara andrà ad aggregare, entro il primo semestre del 2014, i servizi e le strutture di due associazioni che insieme rappresentano oltre 1000 imprese, circa il 65% del prodotto interno lordo dell’Abruzzo e insistono su una area metropolitana con oltre mezzo milione di abitanti. Numeri di tutto rispetto e sui quali sarebbe d’obbligo un’attenta riflessione.

L’obiettivo che accomuna Pescara e Chieti è sì di fare efficienza, ma principalmente di migliorare la qualità dei servizi offerti alle imprese nonché di ampliarne il numero. In questo particolare momento storico ed economico in cui i rappresentanti politici del territorio ancora non trovano una rotta per governare il cambiamento nel riassetto delle province, «la rappresentanza del mondo produttivo – sostiene una nota ufficiale -, che in momenti non sospetti ha avviato un percorso di efficienza, abbandona personalismi e localismi, andando anche oltre l’iniziale progetto nel momento in cui la quasi totalità degli intervenuti auspica la fusione oltre che dei servizi anche della rappresentanza (unica presidenza e unica giunta , cariche a titolo gratuito) mandando un messaggio forte alle imprese ed al territorio che vivono forse il peggior periodo della loro vita».