Incarico lampo: nasce il Berlusconi IV ma senza sorprese
07 Maggio 2008
In tutto un’ora di colloquio con Giorgio Napolitano e poi la lettura della lista dei ministri. E’ nato così il quarto governo Berlusconi, senza nemmeno dover ricorrere alla prassi costituzionale della riserva nell’accettare l’incarico. Un evento senza precedenti nella storia del nostro Paese. Nessuna sorpresa, invece, sulla lista dei ministri rispetto alle anticipazioni della vigilia, smentendo così lo stesso Berlusconi che non più di una decina di giorni fa aveva chiosato che “ci saranno delle novità”. In tutto saranno 21 i ministri di cui dodici con portafoglio. Poche le novità rispetto alla lista che da giorni circolava. Come quella del posto di ministro per l’Attuazione del programma di governo che tutti accreditavano a Carlo Govanardi e che invece alla fine è andato a Gianfranco Rotondi. Mentre su fronte forzista è rimasta appiedata Maria Vittoria Brambilla, superata al ministero dell’Ambiente dalla siciliana Stefania Prestigiacomo. Per la leader dei Circoli della Libertà comunque il Cavaliere ha già assicurato un recupero nella squadra di governo come viceministro alla Salute. E sempre in Fi l’altra sorpresa è stato il ripescaggio di Mara Carfagna, ministro per le Pari Opportunità, che ormai tutti davano fuori dal governo ed impegnata alla costruzione del Pdl. Per quanto riguarda il resto della compagine di governo, invece, le attese della vigilia sono state confermate. La Lega, ad esempio, avrà i quattro ministri previsti dall’ormai famoso accordo di Gemonio: Roberto Maroni agli Interni, Luca Zaia alle Politiche Agricole, Umberto Bossi alle Riforme e Roberto Calderoli alla Semplificazione legislativa. Alla Farnesina andrà come da tempo si diceva Franco Frattini, mentre ai Beni Culturali prenderà posto l’ex coordinatore di Forza Italia, Sandro Bondi. Angelino Alfano, l’emergente forzista siciliano, sarà il nuovo Guardasigilli confermando i rumors che da giorni circolavano e che lo davano in vantaggio rispetto alla candidatura di Marcello Pera. Nessuna novità neanche sul fronte dell’Istruzione dove l’avvocato milanese Maria Stella Gelmini prenderà lo scettro che nella scorsa legislatura era di Giuseppe Fioroni. Come previsto non ci sarà alcun dicastero per l’Università, che fu con Prodi di Fabio Mussi. Si prevede che possa rientrare come delega all’interno del dicastero dell’Istruzione ed affidato ad un viceministro. Per l’Ambiente come detto alla fine l’ha spuntata la Prestigiacomo che così ha fatto largo a Maurizio Sacconi che sarà il nuovo titolare del ministero del Welfare. Altra donna a sedere al tavolo del governo sarà Mara Carfagna che si occuperà delle Pari Opportunità. E sempre in tema di donne Giorgia Meloni, ex vicepresidente della Camera e presidente di Azione Giovani, formazione politica giovanile di An, sarà responsabile per le Politiche giovanili. Per via della Scrofa accanto alla Meloni ci saranno anche Altero Matteoli che andrà a ricoprire l’incarico di ministro delle Infrastrutture, Ignazio La Russa, ministro della Difesa ed Andrea Ronchi ministro delle Politiche comunitarie. Una delegazione, quella di An, che è stata incerta fino al pomeriggio inoltrato bloccando di fatto la composizione della squadra di governo. Intense trattative e continui colloqui che alla fine hanno portato alla resa del Welfare ed all’accettazione dello schema dei quattro ministeri: due senza portafoglio e due con. A farne le spese però l’ex sindaco di Lecce, Adriana Poli Bortone che di nuovo rischia di rimanere fuori dal governo. Come previsto a Palazzo Chigi non siederà nemmeno Lucio Stanca in qualità di ministro per l’Innovazione. Al suo posto il Cavaliere ha scelto Renato Brunetta, già responsabile economico nel passato governo. Per la serie dei ritorni sia Giulio Tremonti che Claudio Scajola faranno parte dell’esecutivo. Il primo come ministro dell’Economia, il secondo come responsabile del dicastero dello Sviluppo economico. L’ex governatore della Puglia Raffaele Fitto, invece, sarà ministro per gli Affari regionali mentre Elio Vito si occuperà dei Rapporti con il Parlamento. Annunciata la lista adesso il primo appuntamento è per domani alle 17 per il giuramento e per il primo consiglio dei ministri che nominerà Gianni Letta sottosegretario del consiglio e Paolo Bonaiuti, anch’egli sottosegretario alla presidenza ma con la delega a portavoce del governo e all’editoria. Chiusa la lista dei ministri però adesso la partita si sposta sui viceministri ed i sottosegretari che ancora al momento non sembrano essere definiti. Infatti per certo si sa solo il numero dei ministri junior, in tutto nove, ma sui nomi la confusione è tanta anche perché la nomina dovrebbe avvenire nella riunione del governo di lunedì prossimo. Quindi si attende un week end di febbrili trattative. All’economia dovrebbero essere solo due i viceministri e tutti di Fi: Giuseppe Vegas come successore di Vincenzo Visco e Gianfranco Miccichè con delega sul Cipe. I sottosegretari saranno, invece, Casero e Cosentino per quanto riguarda la parte di Fi, Molgora per la Lega e Giorgetti per An. Alle Comunicazioni, che questa volta sarà un viceministro e non un ministero, dovrebbe alla fine averla spuntata Paolo Romani rispetto a Mario Landolfi che così sarà costretto a traslocare ad altro dicastero. Poi in Forza Italia come viceministri si fanno i nomi anche di Mario Valducci, Mario Mantovani e Guido Crosetto. Sulla sponda An le previsioni dicono Adolfo Urso al Commercio Estero, Alfredo Mantovano agli Interni e forse il beneventano Pasquale Viespoli al Welfare, ma probabilmente come sottosegretario. Per la Lega, infine, Roberto Castelli alle Infrastrutture. Come detto però le trattative sono in corso e le probabilità che ci siano cambiamenti e colpi di scena sono molto alte. Quello che è certo è che la battaglia per le poltrone di seconda fila è solo all’inizio.