Inchiesta Potenza, è tensione Renzi-Anm

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Inchiesta Potenza, è tensione Renzi-Anm

06 Aprile 2016

 Poco dopo la presa di posizione dell’Anm che ha definito le parole del Premier «inopportune nei tempi e inconsistenti nei fatti», Matteo Renzi replica: «Non accuso i magistrati: li incoraggio a parlare con le sentenze il più veloce possibile. Ma accuso un sistema che non funziona: non ne posso più di un Paese dove le sentenze non arrivano».  E Renzi attraverso una lunga diretta via Facebook eTwitter da Palazzo Chigi insiste: «Voglio mettere in galera i ladri, per questo incalzo i magistrati perché siano veloci ma non voglio si blocchino le opere pubbliche perché altrimenti il Paese è finito».

Quasi in contemporanea il M5S presentava la mozione di sfiducia contro il governo. A tal proposito è intervenuta la Boschi: «Le sfiducie sono ormai un appuntamento fisso come la Champions». Ancora evidentemente turbata dal faccia a faccia con i magistrati di Potenza.

E se Renzi ieri rivendicava il progetto ‘Tempa rossa’ come «uno delle decine di provvedimenti che abbiamo sbloccato e ne sono orgoglioso», Grillo dal canto suo lo attaccava: «Renzi confessa e vai a casa». Ma il Premier ha poi incalzato: «È un reato sbloccare le opere ferme da anni? Allora sono colpevole, venite, sono qui».

Il clima resta tesissimo. E lo dimostra anche la scelta di rinviare la visita a Matera programmata per oggi.  Anche perché non cessano gli attacchi dall’interno del Pd. Ieri è stato il turno di Massimo D’Alema: «Il premier è intemperante, ed è pure simpatico ad alcuni per la sua intemperanza, ma il momento in cui ti mettono sotto inchiesta il ministro è quello meno adatto per dire quello che ha detto sulla magistratura». E lo stesso D’Alema, invece, dà la sua ‘assoluzione’ a Maria Elena Boschi: «Il ministro per i rapporti con il Parlamento non ha funzioni deliberative. È il premier che decide». E sul referendum dice: «È indecente che il maggiore partito italiano inviti a non andare a votare».