Inchiesta sul terremoto, Iorio difende le scelte della Regione
06 Giugno 2012
Mentre in Emilia Romagna la terra continua a tremare, la regione Molise si trova ad affrontare un altro tipo di terremoto: quello scatenato dall’inchiesta della Guardia di Finanza sulla gestione dei fondi per il sisma del 2002. Ciò che viene contestato, in particolare, al governatore Michele Iorio in qualità di commissario straordinario per il terremoto in Molise, è di aver "spalmato" le risorse per la ricostruzione sull’intera provincia di Campobasso senza limitarsi ai comuni più colpiti dal sisma. Le ipotesi di reato sono abuso d’ufficio e indebita percezione di risorse per un danno calcolato allo Stato di 158 milioni di euro. Coinvolto nell’indagine, per "non aver vigilato a dovere", anche l’ex capo della Protezione civile Bertolaso.
Iorio ha parlato di "accusa assurda" e ha definito una tale richiesta di risarcimento danni come un "vero e proprio record italiano". "È stato tutto regolare – ha detto invece l’attuale commissario per la ricostruzione in Molise – perché i danni sono stati segnalati dagli stessi Comuni e poi certificati dai tecnici e dalla Protezione civile nazionale. Con quei fondi – ha aggiunto – sono state messe in sicurezza case, chiese e scuole".
Iorio ha ricordato anche l’ordinanza nazionale dell’allora primo ministro Berlusconi, proprio all’indomani del sisma del 2002 che ha colpito il Molise. Il premier aveva individuato nella provincia di Campobasso, l’area di influenza del terremoto, che all’epoca fu definito "devastante". Gli sfollati sono stati 10 mila. Lo stesso presidente del Consiglio aveva sottoscritto una certificazione tecnica alla Commissione europea, guidata allora da Romano Prodi, riuscendo a ottenere un contributo straordinario per le infrastrutture pubbliche. Nella relazione si parlava di "un danno esteso a oltre metà del territorio regionale". La "difesa" del governatore parte proprio da qui: nessun allargamento dell’area del "cratere" e fondi spesi per affrontare danni reali. Iorio ha deciso di affrontare la questione pubblicamente, dopo il comunicato diffuso dalla Guardia di Finanza in cui sono stati messi in luce i contenuti dell’inchiesta.
Alla conferenza stampa in giunta regionale a Campobasso hanno partecipato anche il presidente della provincia De Matteis, il consigliere delegato alla ricostruzione Romagnuolo, il direttore dell’Agenzia di Protezione civile Giarrusso e diversi sindaci e tecnici dei comuni colpiti. Anche se l’inchiesta della Guardia di Finanza chiama in causa solo Iorio e Bertolaso, infatti, è l’intera gestione della ricostruzione post terremoto in Molise a essere messa in discussione.
A San Giuliano di Puglia, il 31 ottobre 2002, morirono 27 bambini e una maestra, travolti dalle macerie della scuola Jovine. "Non siamo stati in grado di difendere i nostri figli" disse allora Il presidente della Repubblica Ciampi. Dopo San Giuliano iniziò un percorso di messa in sicurezza delle scuole molisane che ha portato a realizzare istituti completamente antisismici in vari comuni della regione. Ora, però, viene messo tutto in discussione perchè, secondo l’inchiesta in corso, le risorse del terremoto dovevano essere circoscritte ai comuni più colpiti. Bojano (in provincia di Campobasso) non è stato danneggiato dal terremoto di San Giuliano, ma il paese si trova sulla "faglia del Matese", riconosciuta come una delle più pericolose d’Italia dal punto di vista sismico. A Bojano le mamme arrivarono a incatenarsi davanti ai cancelli delle scuole per sensibilizzare le istituzioni sul problema della sicurezza. Grazie ai fondi del terremoto, ora gli alunni svolgono le loro attività scolastiche in istituti antisismici. Ma l’inchiesta mette in discussione anche questo.