Inchieste di Bari. Tarantini: “Non volevo fuggire. Ho raccontato tutto”

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Inchieste di Bari. Tarantini: “Non volevo fuggire. Ho raccontato tutto”

19 Settembre 2009

"Non volevo fuggire, non avevo alcuna intenzione di andare in Tunisia né di trasferire lì i miei interessi". È quanto ha "giurato" al suo difensore, Nicola Quaranta, l’imprenditore barese Gianpaolo Tarantini, fermato ieri dalla Guardia di finanza per diversi episodi di spaccio di cocaina in concorso con altre tre persone. Tarantini è ora rinchiuso nel carcere di Bari in attesa che il Gip fissi, quasi certamente per lunedì prossimo, l’udienza di convalida del fermo.

L’ipotesi che Tarantini stesse per trasferire in Tunisia i propri interessi è alla base del decreto di fermo firmato dal Pm Giuseppe Scelsi, che contesta all’imprenditore anche "un forte inquinamento delle prove". Tarantini è indagato dalla procura di Bari anche per associazione per delinquere finalizzata alla corruzione di medici e dirigenti sanitari pugliesi e per il favoreggiamento della prostituzione per le donne ingaggiate ed inviate nelle residenze private del premier Silvio Berlusconi.

E’ apparsa questa mattina sul Giornale, un’intervista rilasciata dallo stesso Tarantinipoche ore prima che lo arrestassero all’aeroporto di Bari: "Perché mi dovrebbero arrestare? Ho collaborato con i magistrati, ho raccontato tutto, ho fatto i nomi di chi c’era e chi non c’era, ho parlato della cocaina, delle feste, della Sardegna. Ho parlato di spacciatori, ho fatto i nomi, tanti nomi. Quello che facevo per gli appalti. No, non mi arrestano…". "Ho parlato anche di Silvio Berlusconi – ha continuato – per via delle cose già note a tutti, insistendo nel dire la verità che ho già detto a voi del ‘Giornalè in quell’altra intervista: ve lo giuro, e ve lo ripeto, lui non sapeva niente. Sono stato un cogl.. ma mica posso finire in carcere per questo. E che fanno, mi mettono in cella con i criminali che ho denunciato?".

"I magistrati mi sono sembrati attenti – ha proseguito – molto attenti alle mie dichiarazioni, e poi io figuro in più inchieste. Ho iniziato una collaborazione fattiva, non ho omesso nulla, mi sono sembrati soddisfatti dell’apporto dato alle indagini". Su D’Alema, ha aggiunto:"Non è il momento di parlarne, figurarsi a un giornalista. Però gli incontri ci sono stati, non lo nego, anche uno a casa di…niente, niente, lasciamo perdere". Di Roberto De Santis, Tarantini ha detto:"Roberto lo conosco da tantissimo tempo. Siamo, anzi meglio dire eravamo, molto amici. Ci siamo frequentati assiduamente fino a non molto tempo fa. Visto che hanno fatto le intercettazioni da lì risulta la mole di telefonate fra noi. Poi a un certo punto non l’ho più sentito. Però lo capisco poichè non è il solo a essere improvvisamente scomparso".