India: ceneri di Gandhi sparse in mare

Banner Occidentale
Banner Occidentale
Dona oggi

Fai una donazione!

Gli articoli dell’Occidentale sono liberi perché vogliamo che li leggano tante persone. Ma scriverli, verificarli e pubblicarli ha un costo. Se hai a cuore un’informazione approfondita e accurata puoi darci una mano facendo una libera donazione da sostenitore online. Più saranno le donazioni verso l’Occidentale, più reportage e commenti potremo pubblicare.

India: ceneri di Gandhi sparse in mare

29 Gennaio 2008

Esattamente 60 anni dopo la sua
morte, le ceneri del Mahatma Gandhi saranno sparse nel Mare
d’Arabia.

L’urna contenente parte dei resti mortali del Mahatma della non violenza assassinato a Nuova Delhi il 30 gennaio 1948
si trova ora in un museo di Mumbai esposta al pubblico. Era stata
consegnata nel 2006 da un uomo d’affari indiano di Dubai che
l’aveva “ereditata” da suo padre. Dopo la cremazione di Gandhi,
le ceneri erano state raccolte in diverse urne e gettate nel
Gange e negli altri fiumi sacri secondo il rituale induista, ma
alcune urne sarebbero state segretamente “sottratte” da
conoscenti e simpatizzanti che volevano preservare la memoria del
Mahatma.

Sarebbe stata la famiglia di Gandhi a chiedere alla fondazione
del Mani Bhavan di non conservare l’urna con le ceneri diventata
oggetto di accese controversie. “E’ un affronto all’insegnamento
e ai principi di Bapu” aveva detto uno dei nipoti, Tushar Gandhi.
“Bapu” è il nomignolo con cui gli indiani affettuosamente
chiamano il Mahatma. Le ceneri saranno sparse in mare con una
solenne cerimonia domani dalla spiaggia di Girgaum Chowpatty di
Mumbai dai discendenti del primogenito Hariral, considerato il
“ribelle” dei quattro figli di Gandhi.

A Nuova Delhi le celebrazioni prevedono, come ogni anno, una
preghiera interconfessionale nel giardino dove Mohandas
Karamchand Gandhi fu assassinato poco prima della preghiera del
tramonto per mano dell’estremista hindu Nathuram Godse. Il
Mahatma si trovava nella casa dell’industriale Birla, oggi
trasformata in un museo. L’anno scorso l’India aveva commemorato
i cento anni del Satyagraha, il movimento di resistenza passiva
iniziato durante il periodo sudafricano.

L’eredita politica di Gandhi è stata raccolta dallo storico
partito del Congresso oggi guidato dai discendenti di Jawaharlal
Nehru. Il giovane Rahul, figlio di Sonia Gandhi e nipote di
Indira Gandhi, è oggi candidato a continuare la dinastia politica
che si ispira ai valori di laicità e tolleranza religiosa. Ma
alcuni dei principi gandhiani, come quello della semplicità
dall’esaltazione del lavoro manuale, simboleggiati nell’arcolaio,
non hanno più posto nell’India moderna e globalizzata. E’ un
paradosso, per esempio, che in Gujarat, lo stato dove Gandhi è
nato e ha fondato il suo ashram, è guidato dal Bjp, il partito
indu nazionalista con a capo il controverso Narendra Modi,
accusato di aver sobillato i pogrom contro la comunità mussulmana
nel 2002 e di aver instaurato un diffuso clima di intolleranza
contro le minoranze religiose. Il delfino Rahul Gandhi, diventato
l’anno scorso segretario generale del Congresso, aveva ricordato
come l’obbligo di non consumare alcol e di vestire tessuto khadi
(cotone filato a mano) non era sempre rispettato dai funzionari
del partito che si comportavano spesso con ipocrisia.

D’altronde anche il principio di non violenza, il più importante
degli insegnamenti del Mahatma – a cui non fu mai assegnato il
Premio Nobel per la Pace – è largamente disatteso nel mondo
odierno. Un altro nipote, Arun Gandhi, è stato nei giorni scorsi
al centro di una vivace polemica per un commento in cui accusava
“Israele e gli ebrei” di essere “i maggiori protagonisti” della
cultura di violenza “che sta distruggendo l’umanità”. In seguito
è stato costretto alle dimissioni dalla presidenza del M.K.
Gandhi Institute of Non-Violence, l’istituto che lui stesso ha
fondato nel 1991 a New York.

(Apcom)