India: fallito rapimento Rahul Gandhi. Tre arrestati
16 Novembre 2007
di redazione
La polizia indiana ha sventato un complotto di integralisti islamici
per rapire Rahul Gandhi, 37enne primogenito di Sonia Maino Gandhi e del defunto
ex premier Rajiv Gandhi, secondo quanto riferito dall’emittente privata
‘NdTv’.
Sempre secondo l’emittente “NdTv” sono
stati arrestati tre estremisti che si preparavano a sequestrare il rampollo
della dinastia politica più importante dell’India moderna, membro del Parlamento federale di New Delhi
dal 2004.
I tre arrestati intendevano
servirsene per ricattare il governo, subordinandone il rilascio alla
scarcerazione di 42 compagni detenuti. Pur ammettendo di essere riuscite
a far fallire il piano, le autorità non hanno voluto rivelare l’identità
del mancato ostaggio, limitandosi ad affermare che si trattava di un
“uomo politico molto, importante”.
I tre estremisti, che sarebbero
originari del Kashmir, sono stati individuati e catturati all’alba di
oggi nei pressi di Luckow, capitale dello Stato settentrionale dell’Uttar
Pradesh, grazie a una soffiata anonima; apparterrebbero a “Jaish-i-Mohammed”,
un movimento ultra-fondamentalistico con sede in Pakistan, che da anni si
batte per il completo distacco dalla Federazione Indiana della regione himalayana contesa.
Sonia Gandhi è originaria di
Lusiana, località in provincia di Vicenza situata sull’Altopiano di
Asiago. Conobbe Rajiv Gandhi, assassinato da indipendentisti sikh nel
’91, quando entrambi studiavano all’Università di Cambridge, in Gran
Bretagna: si sposarono nel ’68 e quattro anni più tardi ebbero una
seconda figlia, Priyanka.
Un portavoce degli inquirenti, Vigram Singh, ha spiegato
all’agenzia di stampa Uni che i tre
“erano stati addestrati per una settimana alle tecniche di rapimento e
alla sopravvivenza” dopo il sequestro; nel loro covo è stato confiscato
un vasto arsenale, comprendente fucili d’assalto, bombe a mano, esplosivi e
detonatori”.
Sarebbero già stati individuati coloro che i militanti
pretendevano si prestassero come mediatori nei successivi negoziati: Yousuf
Amil, già corrispondente dall’India
del network pubblico britannico “Bbc”, e Altaf Hussain, leader
auto-esiliatosi a Londra dell’ “Mqm, il Muttahida Qaumi”, partito politico
con quartier generale nella provincia meridionale pakistana del Sindh.
Da mesi le misure di sicurezza a tutela di Rahul Gandhi erano state
ulteriormente inasprite, dopo una segnalazione del ministero dell’Interno
secondo cui era possibile un attentato contro di lui da parte di “al-Qaeda”.
Nominato lo scorso settembre segretario generale del Partito del
Congresso, da più parti il figlio maggiore di Sonia Maino viene indicato come
probabile futuro primo ministro, al pari dei genitori e della nonna, Indira
Gandhi, a sua volta uccisa nell’84 dalle proprie guardie sikh, per
rappresaglia contro l’assalto da lei ordinato all’Esercito contro un gruppo
di separatisti di quell’etnia.