Indonesia: terremoto 6,5 gradi a Sumatra, oltre 90 i morti

LOCCIDENTALE_800x1600
LOCCIDENTALE_800x1600
Dona oggi

Fai una donazione!

Gli articoli dell’Occidentale sono liberi perché vogliamo che li leggano tante persone. Ma scriverli, verificarli e pubblicarli ha un costo. Se hai a cuore un’informazione approfondita e accurata puoi darci una mano facendo una libera donazione da sostenitore online. Più saranno le donazioni verso l’Occidentale, più reportage e commenti potremo pubblicare.

Indonesia: terremoto 6,5 gradi a Sumatra, oltre 90 i morti

07 Dicembre 2016

E’ di 97 morti, 500 feriti e decine di persone ancora intrappolate sotto le macerie il bilancio del terremoto di magnitudo 6.5 che ha colpito alle 23 italiane (alba locale) la provincia di Banda Aceh, nel nord dell’isola di Sumatra, in Indonesia.

La zona di Aceh fu una di quelle più colpite dal terremoto, che poi innescò uno tsunami, del 26 dicembre 2004: i morti nella sola provincia indonesiana furono più di 100mila.

Il sisma di ieri è associato al terremoto di magnitudo 9,1 del 2004 e anche agli altri due avvenuti nella stessa regione, quello di magnitudo 8,6 del 2005 e di magnitudo 8,5 del 2007. Lo ha spiegato il sismologo Gianluca Valensise dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv).

“Questi tre terremoti – ha detto – sono il motore del sisma di questa notte perché hanno trasferito sforzi sul sistema di faglie”. Il sistema di placche è lo stesso dei tre terremoti precedenti ma coinvolge faglie diverse, più superficiali e più piccole. 

Il terremoto, ha aggiunto, “si è verificato nel contesto generale dello scontro tra la placca Indo-australiana e quella Euroasiatica e, nello specifico, è stato generato dal movimento dei due lembi della faglia che si muovono l’uno accanto all’altro”. 

Queste due placche, ha proseguito Valensise, sono tra le più grandi del pianeta: “La placca Indo-australiana si infila sotto quella Euroasiatica e lo scontro avviene alla velocità di 6 centimetri all’anno, che è un valore molto alto in grado di generare forti terremoti”. 

Ma ci sono delle differenze fondamentali tra questi tre terremoti precedenti e quello di stanotte: “Gli altri tre sono avvenuti in mare, questa notte – ha detto Valensise – il terremoto è avvenuto sulla costa, il fondo marino si è deformato ma non in modo tale da provocare uno tsunami perché i lembi della faglia si sono mossi sul piano orizzontale”. 

“Si è trattato di un terremoto abbastanza circoscritto, ma la gente ha avuto paura dello tsunami e si è rifugiata sulle colline. L’allarme tsunami per fortuna non è stato confermato, ma si tratta ora di fornire una risposta alle vittime, concentrate nel distretto di Pidie Jaya, della provincia di Nangroe Aceh Darussalam”: lo afferma Frederikus ‘Suko’ Sundoko, del team di Emergenza di Karina (Caritas Indonesia). 

Suko ha confermato che gli operatori della Caritas Medan sono allertati e sono già in viaggio per recarsi sul luogo. Si tratta di un’area in cui la necessità di interventi di emergenza si ripete purtroppo frequentemente per fenomeni di origine vulcanica e anche per le inondazioni che spesso seguono le piogge; per questa ragione la Caritas diocesana di Medan dispone di un team di rapida attivazione che è stato immediatamente allertato.