Industria, fatturato al -4,6%. Confidustria: restiamo fanalino di coda per Pil
25 Novembre 2016
Frenata per fatturato e ordinativi dell’industria a settembre. Lo comunica l’Istat. A settembre la flessione del fatturato è risultata del 4,6% mensile mentre gli ordinativi hanno fatto segnare un -6,8%. Si inverte quindi la tendenza dopo che ad agosto si erano registrate variazioni “eccezionalmente positive”. Per il fatturato la flessione più marcata si è avuta sul mercato interno (-5,5%) rispetto a quello estero (-2,8%).
L’indice grezzo del fatturato diminuisce dello 0,3%: il contributo più ampio a tale flessione viene dalla componente interna dei beni intermedi. Per il fatturato la diminuzione tendenziale più ampia riguarda la fabbricazione di coke e prodotti petroliferi raffinati (-12,3%), mentre il maggior incremento riguarda la fabbricazione di macchinari (+5,8%).
Nel confronto con il mese di settembre 2015, l’indice grezzo degli ordinativi segna un aumento del 2,6%. L’incremento più rilevante si registra nella fabbricazione di mezzi di trasporto (+10,6%), mentre la flessione maggiore si osserva nella fabbricazione di prodotti chimici (-3,3%).
Confindustria, poi, avverte: “Il Pil mondiale ha accelerato nuovamente in estate e gli indicatori qualitativi mostrano un buon avvio d’autunno” ma in questo scenario, indica il centro studi di via dell’Astronomia “l’Italia rimane fanalino di coda, nonostante l’incremento di attività messo a segno nel terzo trimestre, cui sta seguendo un’altra frenata nel quarto”. E aggiunge Confindustria”l’occupazione in rapido aumento e i maggiori salari reali sostengono il reddito delle famiglie italiane, che rimangono prudenti nella spesa. Gli investimenti rispondono in presa diretta agli incentivi fiscali, come suggerisce il balzo in ottobre degli ordini di beni strumentali, e daranno un forte contributo alla crescita nel prossimo biennio. Rimane l’handicap della contrazione del credito alle imprese, tra le quali sale la quota di quelle cui sono negati i prestiti richiesti: la creditless recovery non può che rimanere lenta e affannosa”.