Ineleggibilità Berlusconi. Violante: “Non ci sto” ma lo scontro è solo rimandato
21 Maggio 2013
di redazione
Sulla ineleggibilità di Berlusconi, il piddino Luciano Violante non ci sta. Il senatore Democratico spiega: "per tre o quattro volte, nelle passate legislature, il centrosinistra ha votato in un certo modo (contro l’ineleggibilità). Se non ci sono fatti nuovi non vedo perché dovremmo cambiare questa scelta". In un’intervista al Messaggero, Violante torna a parlare di riconciliazione e legittimazione reciproca fra i partiti. E’ una buona notizia. Gli accordi reggono. E così il Pdl, d’accordo con quella parte del Pd che sostiene il governo Letta, ottiene che la prima seduta della Giunta per le immunità ed elezioni, prevista per oggi, venga spostata alla prossima settima.
La giunta decide su richieste di arresto, interdizioni dai pubblici uffici, eccetera. Si dovevano costituire giunte e organismi di garanzia, eleggere il presidente, ma la pressione del Movimento 5 Stelle, che ha già fatto sapere di porre come primo ordine del giorno la ineleggibilità di Silvio Berlusconi (riproposta ieri sera a Piazza Pulita dal Professor Becchi) spinge la conferenza dei capigruppo di Palazzo Madama a desistere. Secondo il capogruppo dei pentastellati al Senato, Vito Crimi, non è il movimento a volere Berlusconi fuori dal Parlamento, ma "la legge". Sempre secondo Crimi, neppure Ghedini e Longo avrebbero il diritto di sedere in Senato. Sulla questione, Crimi prefigura una crisi di governo e dice che comunque i grilli non faranno alleanze di nessun tipo. "Non siamo un partito", il commento alla proposta Zanda-Finocchiaro che secondo molti osservatori penalizzerebbe i 5 Stelle.
Arriva anche il richiamo di Nitto Palma, neopresidente della Commissione Giustizia al Senato. "In questi venti anni Berlusconi è stato alternativamente leader politico e presidente del Consiglio”, dice Palma, “nel 1996 la maggioranza di centrosinistra non ha ritenuto di dichiararne l’ineleggibilità. Sono passati da allora 17 anni: mi chiedo come si possa solo pensare di far valere ora quella norma". Nitto Palma annuncia anche che il governo è a rischio se il Cav. dovesse essere ritenuto ineleggibile. Fino ad oggi i boatos davanto la guida della Giunta a un leghista, Volpi, vicino al senatore Calderoli. Ma Casson, un altro esponente del Pd, avverte: “Non voterò mai un leghista”. Il presidente dovrà comunque essere un nome uscito dai partiti di minoranza, Lega, Fdi, M5S, SeL.