Infermiera killer: “Mi ha guardato negli occhi e ha detto, almeno così dorme”
01 Aprile 2016
"Mi ha guardato negli occhi, mi ha detto: almeno così dorme". Così Francesco Valli, figlio di Marcella Ferri, una delle sospette vittime della presunta infermiera killer di Piombino, Fausta Bonino, in una intervista alla Stampa. "Aveva l’aria scocciata," ricorda Valli, "di chi fa una cosa controvoglia, più in fretta possibile. E’ andata da mia madre, le ha fatto quell’iniezione così in fretta e così bruscamente che le ho detto: ‘Ma faccia piano, è una donna anziana’. In poco tempo mia madre è morta".
Bonino, ‘l’angelo della morte’ come è stata ribattezzata dai giornali, è accusata di omicidio premeditato in merito a 13 morti sospette di anziani avvenute presso l’ospedale di Piombino, in provincia di Livorno, tra il gennaio del 2014 e il settembre del 2015. Secondo gli inquirenti la donna avrebbe somministrato ai degenti anticoagulanti in dosi tali da farli morire per emorragia interna. Bonino ha agito "con le aggravanti della crudeltà verso le vittime", scrive chi indaga, approfittando di persone prive di difesa "pubblica o privata", e commettendo i fatti con "abuso di potere", scrivono gli inquirenti.
"Le risultanze investigative – proseguono gli inquirenti – dimostrano una condotta gravemente infedele ai compiti e ai doveri di ufficio richiesti alla Bonino in qualità di operatore sanitario, nell’espletamento del pubblico servizio cui è addetta, il cui ruolo ricoperto viene da lei strumentalmente utilizzato, al fine di portare a compimento i propri scellerati propositi criminosi nei confronti di soggetti per così dire ‘deboli’, in quanto caratterizzati da uno stato di età avanzato e impossibilitati in quelle condizioni a difendersi".
La "spregiudicatezza e la disinvoltura" con le quali agisce Bonino, proseguono gli inquirenti, denotano un "particolare spessore criminale", che "nonostante alcuni momenti di incertezza, manifestanti una sofferenza psicologica, non risulta essere stemperata nemmeno dalla consapevolezza del contemporaneo sviluppo sviluppo dell’attività d’indagine".
"Nella ricostruzione operata dagli inquirenti non emergono elementi certi se non la presenza della mia assistita al momento degli eventi, che di per se’ non puo’ essere sufficiente", il commento del legale della infermiera. "Inoltre, le si stanno attribuendo 13 eventi di somministrazione di eparina, quando in realta’ gli approfondimenti sulla causa delle morti sono stati fatti solo in relazione a 2/3 casi e si tratta comunque di accertamenti di parte, svolti senza un contraddittorio, senza alcuna possibilita’ di partecipazione dell’indagata che avrebbe potuto avvalersi di propri consulenti, come accade nell’incidente probatorio".
Sono stati i Carabinieri del Nas di Livorno coadiuvati da militari del Comando Provinciale ad arrestare l’infermiera di Piombino, ma quello della Bonino non è il solo caso in Italia. Sono infermieri che invece di prendersi cura dei pazienti si trasformano in carnefici dei loro pazienti e il caso di Piombino non è l’unico. Daniela Poggiali si faceva i selfie con il cadavere della donna che risulta aver ucciso con il cloruro di potassio: sorridente, con i pollici alzati in segno di vittoria, la Poggiali si lasciava ritrarre dopo aver portato a termine "l’opera". Sonya Caleffi si sarebbe lasciata dietro una scia di morti sospette, almeno cinque accertate all’ospedale di Lecco (la Caleffi è stata condannata a 20 anni di carcere, sentenza confermata in appello).
Angelo Stazi, infermiere in una casa di riposto di Tivoli, alla porte di Roma, iniettava insulina alle persone anziane mandandole in coma ipoglicemico. 5 vittime accertate, che gli sono costate l’ergastolo. Ad Albano Laziale, Alfonso De Martino, tre pazienti morti all’ospedale San Giuseppe. Anche per lui l’ergastolo. Antonio Busnelli a Milano uccideva i pazienti e si intascava la mancia dagli adetti ai servizi funebri.
Il ministro della salute Lorenzin ha commentato: "Le notizie che trapelano sull’attivita’ dell’Infermiera di Piombino descrivono una pratica agghiacciante, orrenda. Il mio ringraziamento particolare va ai Carabinieri del Nas che l’hanno arrestata. Nella classifica degli orrori stavolta abbiamo raggiunto una delle vette commesse dalla miseria umana. Non e’ la prima volta che vengono scoperti omicidi in serie che vedono come protagoniste infermiere-killer".
"Queste figure vanno contro ogni deontologia ed etica medica, che devono essere sempre rivolte al massimo beneficio del paziente. Questo episodio mette in evidenza ancora una volta la necessita’ di una tutela particolare per le persone anziane e piu’ fragili che alle strutture sanitarie affidano la loro esistenza. Va difeso con tutte le nostre forze il valore della vita, in qualsiasi fase, compresa quella dei malati terminali. La difesa della vita e’ un valore insopprimibile".
"Un episodio negativo e terribile come quello di Piombino, anche se dovesse venire confermato, non deve assolutamente gettare fango sulla categoria o sul sistema sanitario toscano e italiano", il commento del presidente della regione Toscana Rossi, "Anche frequentando per ragioni familiari gli ospedali toscani mi sono reso conto di quanto sia duro questo lavoro e con quanta passione, dedizione e giusto orgoglio professionale lo svolga la maggior parte degli operatori sanitari, tanto da ricevere, dopo il ricovero, i sinceri rigraziamenti dei pazienti e dei loro familiari".